Controesame per Antonio Scialdone, ex amministratore delegato del consorzio di bacino Caserta 3 che ha gestito lo smaltimento dei rifiuti in 19 comuni della provincia di Caserta, nel tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nell’ambito del processo a carico del parlamentare Nicola Cosentino.

Scialdone ha raccontato il meccanismo per cui la politica teneva in scacco l’intero sistema della gestione dei rifiuti in provincia. “Quando cambiava il colore politico di un’amministrazione comunale, cambiava anche il colore politico del consorzio – spiega – quando venne eletto Luigi Falco sindaco di Caserta, siccome il comune di Caserta era il piu’ rappresentativo nel consorzio, oltre a Maddaloni e Marcianise, e deteneva il 23 per cento delle quote consortili, allora cambiarono anche i politici di riferimento del consorzio. Nel Ce4, ad esempio, venne nominato Giuseppe Valente a capo del consorzio, ma quest’ultimo riferiva al sindaco di Castelvolturno che all’epoca era Ugo Conte il quale, a sua volta, riferiva a Mario Landolfi di centro destra. Posso dire che ancora oggi i Cub hanno una dimensione politica, purtroppo”. Scialdone, pur riferendo di presunte ingerenze politiche di Cosentino nella gestione di alcuni sindaci del Consorzio, ha pero’ precisato: “Non ho mai ricevuto pressioni dirette da Nicola Cosentino, ho solo assistito ad una telefonata tra lui e Cundari in cui i due si mandarono a quel paese”.

 

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