”Non e’ facile combattere ogni giorno contro gli strozzini. Lo Stato ti aiuta ma ti toglie pure tanto, ma merita ancora fiducia, perche’ non possiamo fare altro che crederci. La mia lotta continua”. Roberto Battaglia da Caserta, 43 anni, e’ un imprenditore che ha rotto il silenzio a rischio della vita e ha denunciato il suo usuraio. Da anni in prima linea contro la camorra, ha deciso di vivere lontano dalla sua citta’ natia insieme alla famiglia (”ma ci tengo a fare il pendolare, perche’ amo la mia terra”).

Intanto, gestisce un’azienda agricola a Caiazzo, che produce mozzarelle di bufala. Dal 2011 Battaglia e’ approdato alla corte di Oscar Farinetti, il fondatore di ‘Eataly’: ”Se non era per Oscar, sarei gia’ fallito, la mia azienda si sarebbe lentamente incancrenita e distrutta. Mi ha aiutato in tutti i modi, combatte la camorra in maniera concreta al mio fianco”. In una intervista all’Adnkronos si racconta: ”Certo che ho paura, ma non mi posso fermare. Non e’ facile uscire dalla morsa degli usurai. Bisogna avere il coraggio di dire agli strozzini ‘non ti posso piu’ pagare’, anche costo della propria vita. Gli usurai sono legati in maniera doppia alla camorra: gestiscono i soldi sporchi delle associazioni criminali per avere il controllo di aziende sane e pulite”. Battaglia non si fida molto dei politici. In passato ha avuto ”fiducia in Berlusconi al governo: gli ho inviato varie lettere per chiedergli giustizia in qualita’ di premier, ma non mi ha mai risposto e sono rimasto profondamente deluso quando poi ho saputo che regalava decine di migliaia di euro a donnine, che non avevano nessun tipo di bisogno”. Ora l’imprenditore casertano e’ ‘tentato’ da Luca Cordero di Montezemolo. E sara’ alla Convention di sabato organizzata da ‘Italia Futura’. ”Ho incontrato Montezemolo nei giorni scorsi a Roma, in occasione di un pranzo a ‘Eataly’. Avendo apprezzato la mia storia, mi ha chiesto di stare con lui. Ho accettato, ho aderito a ‘Italia Futura’, ma l’ho avvertito: caro Montezemolo, sono pronto a collaborare, purche’ possa fare qualcosa di veramente concreto”. ”Ho citato a Montezemolo -spiega l’imprentitore casertano- il caso dei protocolli d’intesa a favore delle vittime dell’usura e dell’estorsione: esistono solo sulla carta, ma sono disattesi da tempo. Non e’ possibile che l’imprenditore che ha il coraggio di denunciare la camorra diventa soggetto a rischio di banche e assicurazioni”. Battaglia assicura che non c’e’ nessun problema con Farinetti, che fa il tifo per Matteo Renzi: ”Ancora non ho avvertito Oscar, ma capira’. Del resto, Montezemolo e’ stato il primo a farmi una proposta del genere. E mi e’ piaciuta subito, vediamo come andra’ a finire. Se Renzi mi avesse chiesto di dargli una mano, avrei valutato anche questa opportunita’, ma e’ arrivato per primo Luca”. Battaglia insiste: ”Rischio la vita, dopo aver fatto arrestare chi mi ricattava. Dopo l’arresto del boss dei Casalesi Michele Zagaria, lo denunciai, perche’ si era occupato di recuperare tutte le somme del mio usuraio, che tutt’ora non si e’ fatto un giorno di carcere. Ho visto i miei beni all’asta. Ho provato grande rabbia e sconforto quando un giudice dell’esecuzione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere mi ha negato la sospensiva di 300 giorni concessami subito dalla prefettura di Caserta e ha dato avvio alla vendita dei miei beni all’asta per soddisfare le banche”. ”Non mi sento abbandonato -assicura- Lo ripeto, bisogna avere fiducia nello Stato e nelle forze dell’ordine. Ma e’ colpa di una burocrazia eccessiva e di una malavita fortemente radicata sul territorio e non solo, se non riusciamo a combattere fino in fondo l’usura. L’unica speranza e’ denunciare immediatamente gli usurai e i camorristi, ma poi bisogna avere la capacita’ e la pazienza di lottare anche contro quei burocrati, che ci tengono in ostaggio dopo la camorra”. Battaglia ha fatto anche gesti clamorosi: ”Nel febbraio del 2009 mi sono incatenato per protesta davanti alla prefettura di Caserta”.

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