AVERSA – Istituti superiori della città normanna di nuovo in corteo per partecipare alla giornata internazionale di mobilitazione che vede coinvolte le organizzazioni di Francia, Belgio, Italia, Austria e Spagna. Migliaia i giovani che dai rispettivi istituti si sono mossi in corteo per raggiungere piazza Municipio, dove si sta svolgendo un rumoroso sit-in, mandando in tilt la circolazione cittadina.
Una situazione non preannunciata alla Polizia Municipale che, infatti, stava svolgendo il regolare servizio presso la fiera settimanale da dove è dovuta partire una pattuglia in tutta fretta per cercare di tenere sotto controllo gli studenti e il traffico.
“Vogliamo un reale cambiamento – si legge nell’appello diramato dagli studenti – nelle politiche di investimento a livello Europeo, partendo dalla scuola, dall’università e dal welfare per costruire, tutti insieme, un futuro per tutti i popoli Europei e per offrire un reale modello alternativo di progresso. Il ruolo della scuola è e deve essere visto come un punto centrale in questo momento storico. La scuola deve diventare il luogo di una reale crescita ed educazione, aperto a tutti.
Per questo è importante investire nell’educazione, creando un sistema di diritto allo studio a livello nazionale ed Europeo, garantendo edifici scolastici sicuri, con riforme condivise sulla didattica, sull’innovazione dei programmi e sulle attrezzature delle nostre scuole. Vogliamo una scuola che non sia sottomessa alle logiche delle aziende ma che possa far crescere dei veri cittadini, consapevoli e capaci di scegliere liberamente del proprio futuro, senza essere vincolati alla loro condizione economica o sociale.
La scuola è il primo fondamentale elemento da cui ripartire per costruire una vera democrazie e ritornare ad investire nella Conoscenza. Il diritto ad accedere ai più alti gradi dell’educazione è un fondamentale diritto umano su cui si deve basare un nuovo concetto di sviluppo. La possibilità di accedere all’università non dovrebbe essere basata sul reddito, ma dovrebbe garantire ad ogni studente di formarsi e dimostrare le proprie capacità a prescindere dalla condizione economica di provenienza. Il finanziamento del sistema universitario da parte dello Stato è fondamentale.
L’università è un bene pubblico e come tale dovrebbe essere sostenuto e promosso dallo Stato. La continua crescita delle tasse universitarie e la volontà di imporre sistemi di indebitamento per gli studenti – i cosiddetti prestiti d’onore – per poter accedere all’università sono le politiche più sbagliate e ingiuste che si possano fare nell’attuale situazione. Gli Stati dovrebbero incoraggiare la crescita del numero degli studenti e offrire loro una prospettiva, non impedire l’ingresso o ipotecare il futuro con ulteriori debiti bancari. Vogliamo un cambiamento reale nel finanziamento dell’educazione pubblica, che possa garantire a tutti i giovani l’accesso alla Conoscenza senza indebitare il futuro e senza essere costretti a pagare tasse universitarie esorbitanti. Vogliamo un reale cambiamento, vogliamo un’Europa che guardi al future, che sia realmente democratic e con un sistema decisionale democratic, basato sulla società civile e non sul profitto.
L’Europa non dovrebbe rinforzare l’iniquità con le misure di austerità, ma dovrebbe lavorare per un sistema finanziario giusto e comune, che può includere un comune sistema di tassazione, solidarietà negli investimenti ed Eurobonds condivisi da tutti gli Stati. L’Europa dovrebbe offrire una prospettiva alle giovani generazioni e aprire a un nuovo modello di società partendo dalla valorizzazione della conoscenza in tutti i suoi aspetti. Il guadagno dell’avere l’Europa non dovrebbe essere un beneficio di pochi ma dovrebbe essere indirizzato alla spesa pubblica e nel creare un piano di investimenti a lungo termine nel futuro di tutta l’Europa. Vogliamo un reale cambiamento, vogliamo un’Europa che guardi al futuro, realmente democratica, capace di dare una prospettiva alle giovani generazioni e disegnare un nuovo modello di società che parta dalla Conoscenza e la valorizzi in tutti i suoi aspetti. Come studenti siamo da sempre protagonisti dei grandi momenti di cambiamento. Nel 1939 una grande manifestazione studentesca a Praga venne repressa nel sangue dall’esercito nazista.
Da allora il 17 novembre è stato segnato dalla mobilitazione degli studenti per il cambiamento. Nel 1973 la rivolta del Politecnico di Atene vide migliaia di studenti protestare per la democrazia contro il regime militare greco. Nel 1989 le proteste studentesche del 17 novembre nella Repubblica Ceca e nella Slovacchia diedero vita alle proteste da cui nacque la Rivoluzione di Velluto che portò alla caduta del regime comunista in quei Paesi. Come studenti siamo da sempre protagonisti dei grandi momenti di cambiamento. Oggi vogliamo ancora una volta denunciare l’esigenza di un cambiamento radicale che è tanto maggiore quanto è profonda la crisi nella quale viviamo”.