In palio ci sono due punti e il Napoli cercherà di non perderli perché potrebbero risultare decisivi nella corsa scudetto. L”avversariò, però, non sarà l’Inter, che i partenopei incontrano stasera al Meazza, quanto il Procuratore federale, Stefano Palazzi, che i legali del club campano affronteranno domani mattina dinanzi alla Commissione Disciplinare, sul ‘campo’ del Grand Hotel Parco dei Principi di Roma.
Agli avvocati, infatti, toccherà smontare le accuse che Palazzi muoverà contro il club partenopeo, per responsabilità oggettiva, e al suo capitano, Paolo Cannavaro, oltre che a Gianluca Grava, nell’ambito del filone campano del processo al Calcioscommesse. Alla sbarra finirà anche l’altro ex Napoli, Matteo Gianello, che però dovrebbe evitare il dibattimento e patteggiare direttamente il suo tentato illecito, ricevendo così uno sconto di pena. L’ex terzo portiere campano, infatti, ha già confermato sia agli inquirenti napoletani che alla Procura Figc di aver provato a combinare la partita Sampdoria-Napoli del 16 maggio 2010 (finita 1-0). Il tutto era nato dall’offerta di “alcune decine di migliaia di euro a persona” fattagli dall’ex calciatore e amico Silvio Giusti (deferito anche lui) per convincere alcuni suoi compagni a sistemare il match. Compagni individuati poi in Grava e Cannavaro. I due giocatori, secondo quanto raccontato dal ‘pentito’ (convinto ad ammettere dinanzi alla deposizione di un ispettore di polizia infiltrato a cui aveva già confessato la cosa),”diedero immediatamente e con estrema decisione una risposta negativa” e “dall’espressione del loro volto […] erano visibilmente risentiti dalla proposta ricevuta”. I calciatori rischiano comunque l’omessa denuncia che, visti i precedenti, equivale, al termine dei tre gradi di giudizio, a 4 mesi di squalifica. Il Napoli, invece, per responsabilità oggettiva, un’ammenda più 1-2 punti di penalizzazione, almeno in primo grado. I giudici valuteranno inoltre la presunta combine di Portogruaro-Crotone del 29 maggio 2011 per cui sono stati deferiti entrambi i club, per responsabilità oggettiva, e i tesserati Claudio Furlan, Andrea Agostinelli, David Dei, Gianfranco Parlato, Silvio Giusti oltre alla ‘cricca’ che, secondo l’accusa, cercava di sistemare i match di serie A e B: Federico Cossato, Marco Zamboni, Dario Passoni e, a titolo di responsabilità oggettiva le società Albinoleffe, Spal e Avesa.