CASERTA – Ieri in Campania la prima delle due giornate di sciopero indette dalla Funzione Pubblica Cgil Nazionale per i lavoratori della Sanità Privata, contro il mancato rinnovo del contratto di lavoro nazionale, fermo al 2007 e contro i tentativi i Aiop ed Aris ad introdurre nell’intero comparto una nuova versione del CCNL, che risulta penalizzante per gli addetti sia sul piano economico che su quello normativo. La Cgil Confederale provinciale con la segretaria Camilla Bernabei e la Funzione Pubblica Cgil Regionale e Provinciale con i rispettivi segretari Felice Zinno e Umberto Pugliese hanno tenuto una conferenza stampa per illustrare nei dettagli i motivi dello sciopero e più in generale per esprimere alcune considerazioni sullo stato della Sanità in Terra di Lavoro.
“La Funzione Pubblica – ha sottolineato Pugliese – rivendica il rinnovo del CCNL della Sanità privata scaduto il 31 dicembre del 2007. Inoltre, ritiene inaccettabile le condizioni condivise in accordi sottoscritti tra associazioni datoriali ed alcune organizzazioni sindacali che prevedono l’aumento dell’orario di lavoro settimanale, a fronte di una rilevante riduzione dei salari, con ulteriore conseguente perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni, che va a sommarsi ai devastanti effetti della crisi e la disparità di trattamento economico tra personale già in servizio e nuovi assunti. Particolare preoccupante è, poi, l’aumento dell’orario di lavoro che, combinato ai nuovi decreti sui tetti di spesa, provocherà inevitabilmente esuberi nelle varie strutture”.
“La Cgil – ha poi evidenziato la segretaria Bernabei – ritiene che i gravi problemi presenti nella sanità non possono essere risolti facendo ricadere i costi del risanamento sugli addetti contraendo i loro diritti contrattuali. Il sistema sanitario risente fortemente dei tagli progressivi che sono stati realizzati negli ultimi anni e di quelli programmati per il prossimo triennio. I provvedimenti legislativi emanati negli ultimi due anni e quelli in corso di approvazione porteranno ad una ulteriore diminuzione del Fondo Sanitario Nazionale di 14,3 miliardi di euro. Riduzioni così rilevanti che non potranno non avere conseguenze sulla qualità dell’assistenza resa ai cittadini e sui livelli occupazionali degli operatori. L’incidenza di questi fenomeni – ha incalzato la sindacalista – sarà ancora più pesante sull’organizzazione sanitaria della Regione Campania ed in particolare su quella della provincia di Caserta ancora oggi all’ultimo posto nel rapporto posti letto-abitanti, nel finanziamento delle attività di cura territoriali, nei budgets e nelle tariffe della sanità privata, ferme all’anno 2005”.
Per il segretario Zinno “in effetti, la ristrutturazione del piano sanitario della Regione Campania non colma i ritardi storici accumulati nel tempo e non sembra dare attuazione ai principi ispiratori dei decreti legislativi negli anni’ 90, che in linea con quanto previsto dalla Costituzione miravano a garantire l’universalità del diritto alla salute”.
“La Cgil – ha poi concluso la Bernabei – ribadisce la necessità di interrompere il nefasto processo basato su tagli lineari, rilancia l’esigenza di un efficace sistema pubblico di tutela della salute, integrato da servizi ospedalieri privati accreditati, ripropone la richiesta di una gestione trasparente delle aziende sanitarie, sollecita un diverso protagonismo delle istituzioni politiche territoriali, rivendica il rinnovo del CCNL sia per i lavoratori della sanità pubblica che per quelli del comparto privato, sostiene in contrasto a qualsiasi tentativo di arretramento dei diritti degli addetti, considera non più rinviabile il superamento del precariato nel settore. Su questi temi intendiamo andare avanti sicuri della condivisione da parte dei lavoratori”.