NAPOLI – Una giornata diversa dalle altre. In compagnia di persone che tutto l’anno si occupano di loro e anche oggi hanno fatto sentire la loro vicinanza agli inernati dell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Secondigliano, a Napoli.
Sono 114 gli internati della struttura, nata in origine come ‘padiglione verde’, destinato cioé ai tossicodipendenti e adattata poi a ospitare gli internati. Per il terzo anno consecutivo la Comunità di Sant’Egidio ha organizzato il pranzo di Natale, al quale hanno preso parte 62 internati. A tutti, anche a quelli che non erano presenti al pranzo, il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, ha portato in regalo delle sigarette: un pacchetto a testa. “Quelli che più soffrono – ha detto il presule – devono toccare con mano che con queste manifestazioni siamo loro vicini che, in questo modo, sentono di essere percepiti come persone e non come emarginati”. Resta il nodo delle strutture che dovranno ospitare queste persone una volta che gli opg chiuderanno i battenti. “Stiamo pensando di utilizzare gli istituti religiosi di Napoli – ha affermato Sepe – Ho chiesto se hanno bisogno di persone che si occupino delle pulizie, dei giardini”. Un’iniziativa che viene portata avanti “un po’ alla volta”. “Dobbiamo superare tanti muri e pregiudizi – ha sottolineato – ma un po’ alla volta possiamo riuscirci”. Le strutture andranno chiuse, come prevede la legge nazionale. Al momento, ha ricordato il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, “ci sono ancora delle proroghe”, ma “ognuno deve porsi il problema di come fare per il domami”. “Occorre pensare a chi ha bisogno, star loro vicini – ha spiegato – e la disponibilità della chiesa e del cardinale di trovare soluzioni di aiuto e sostegno andranno organizzate sul territorio”. Allo stesso modo, occorre “stare vicini a chi ne ha bisogno e quando le famiglie non possono o ci sono ragioni di altro tipo, deve intervenire lo Stato”. deve pensarci anche la “comunità territoriale”. La Regione Camapania, ha proseguito “lo fa sul fronte sanitario e stiamo facendo grandi progressì”. Le strutture regionali, infatti, come ha fatto sapere il presidente della Giunta, “sono tra le migliori da questo punto di vista”. La chiusura degli opg è “finalizzata al miglioramento delle condizioni degli internati”, ha spiegato Martone, secondo il quale “per ognuno di loro va predisposto un percorso individuale”. Antonio Mattone, portavoce regionale della Comunità di Sant’Egidio, ha messo in guardia dal rischio che le persone degli opg da “internati diventino dimenticati”. “Quando le strutture chiuderanno – ha ribadito – deve essere anche il Servizio sanitario nazionale a prendersi cura di loro”. Al termine della giornata, gli internati hanno regalato a Sepe e Caldoro una raccolta di poesie scritte da loro dal titolo “Senza fine”. Come il loro disagio che non è solo mentale. (ANSA).