NAPOLI – La ritrovata armonia tra Bersani e Renzi rischia di far saltare gli accordi per la composizione della lista del Pd nel collegio Campania 2, penalizzando Camilla Sgambato, quarta classificata alle primarie dello scorso 29 dicembre con 4659 preferenze nella provincia di Caserta.

Secondo lo schema generale, elaborato a ridosso  delle primarie, e su cui c’era il consenso da parte di tutte le parti in causa, le posizioni utili per le province del collegio Campania 2, tra Camera e Senato, dovevano essere ripartite in questo modo: 6 posti utili a Salerno, 4 a Caserta e 2 a testa per Avellino e Benevento.

In queste ore, però, ha iniziato a circolare un nuovo schema che vede il terzo classificato alle primarie in provincia di Avellino, il sindaco di Frigento Luigi Famiglietti, in una posizione più avanzata della Sgambato. In pratica l’Irpinia recupera un posto ‘sicuro’ in più a discapito di Terra di Lavoro.

Ma quali sono le motivazioni che stanno spingendo Roma a togliere un parlamentare sicuro alla provincia di Caserta per darlo all’Irpinia. Non certo una stima al ribasso della percentuale che il Pd otterrà alle elezioni del prossimo 24 e 25 febbraio in provincia di Caserta, bensì il fatto che Famiglietti è l’unico renziano in posizione più o meno utile per l’elezione.

La questione Famiglietti/Sgambato surriscalderà il dibattito nella direzione regionale del Pd chiamata a formare le liste elettorali seguendo il responso delle parlamentarie. Se passerà la nuova impostazione sarà completamente fuori dai giochi anche Dario Abbate, segretario dimissionario del Pd a Caserta.

La Sgambato, quindi, dovrà fare i conti non solo con le quote rosa e l’eventuale riequilibrio tra uomini e donne della lista ma anche e soprattutto con gli equilibri nazionali. Una bella gatta da pelare per Amendola & Co.

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