«Il risultato elettorale dell’Udc è la desolante fotografia di quanto denuncio da due anni a questa parte, l’inconsistenza di una politica basata sugli sprechi condotta dal presidente Zinzi».
E’ impietoso il commento che fa il consigliere Angelo Brancaccio sull’andamento delle politiche. «Gli elettori hanno bocciato gli staff sontuosi, l’esercito di avvocati – ha sottolineato Brancaccio – hanno bocciato quella marcianisità che ha condizionato molte scelte, ma che, evidentemente, visto l’11% raccolto nel Comune, è frutto di legami morbosi con oligarchie svincolate dal territorio. Gli elettori hanno detto basta ad un direttore generale come Picaro che guadagna in un giorno quanto un cassintegrato in un mese. Gli elettori hanno bocciato Zinzi. E’ bene dirlo con forza. In lista c’era Zinzi, il figliolo politico presente in tutte le scelte della Provincia, che ha potuto contare sul sostegno dell’intero ente di corso Trieste per coronare la sua scalata romana. Hanno bocciato il coordinatore regionale di un partito che non lo riconosce come leader, ma che vede in lui solo la prosecuzione genealogica di un sistema di potere». Brancaccio, alla luce di questa sconfitta, da un consiglio al presidente della Provincia. «Ha orientato questi tre anni di mandato solo per centrare questo obiettivo e ha fallito – ha detto – Zinzi, se vuole preservare la dignità di una carriera politica, comunque importante, abbia uno scatto d’orgoglio: si dimetta. Si faccia da parte, prima di essere superato dagli eventi. Non può un partito che gestisce un consenso infinitesimale pensare di condizionare le sorti di un territorio importante come il nostro. E’ il territorio che non glielo permette. Il segnale di queste elezioni politiche è inequivocabile: nonostante le truppe cammellate, gli elettori hanno detto no. Purtroppo la boria del presidente lo porterà a non accettare questo consiglio e a perseverare in questa politica che avvantaggia pochi e scontenta tutti».