CASERTA – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del consigliere d’opposizione Luigi Cobianchi. “Vero è che, con onestà, sin dal Programma Elettorale, il Sindaco Del Gaudio – e le Liste che lo sostenevano – dissero chiaramente ai Cittadini del Quartiere Acquaviva che dei loro annosi problemi non gliene importava nulla, tant’è che neanche un rigo dell’atto è dedicato a questa tematica.
Di contro, nel documento programmatico (che mi vide autore) del progetto politico di cui ho fatto parte c’è un’attenzione speciale per l’Area in parola, tutta quella che merita, non fosse altro per il tempo da cui attende interventi seri e radicali. Vi si legge, invero: “Fermo restando che tutto il comprensorio comunale sarà fatto oggetto di interventi mirati, sin d’ora, tuttavia, si prevedono alcune priorità: il Quartiere Acquaviva, che necessità di opere improcrastinabili, quali la creazione o la riqualificazione dei marciapiedi, e l’individuazione di aree da destinarsi a verde pubblico attrezzato, anche attraverso l’abbattimento di immobili fatiscenti – o, comunque, di scarso valore architettonico – offrendo alla proprietà di costruire altrove, a fronte di una congrua premialità in termini di indici di fabbricazione (perequazione edilizia). L’illuminazione pubblica è o del tutto assente o inefficiente, e, pertanto, verrà adeguatamente ammodernata. Con l’adozione in tempi rapidissimi di un “Piano del Colore” ad hoc si cercherà di conferire al quartiere un aspetto migliore, valorizzando quanto di buono sia rinvenibile.”. Ed ancora: “Come illustrato nel paragrafo dedicato ai grandi assi viari, l’avvio dello smantellamento della linea Ferroviaria Caserta-Valle di Maddaloni-Benevento-Foggia-Bari consentirà non solo di riammagliare il territorio comunale, ma anche di eliminare quasi tutti i passaggi a livello – presenti nel tessuto urbano e nelle Frazioni – che, per anni, hanno rappresentato una fonte di disagio, ma, soprattutto di pericolo per la Cittadinanza. Segnatamente verranno aboliti i passaggi a livello di via Acquaviva, in prossimità della Chiesa di S. Anna; via Unità di Italia; Falciano (tutti).Sarà, inoltre, possibile eliminare il cavalcavia che congiunge via Napoli a via Ferrarecce.”.
Va a capire, poi, come mai gli Elettori residenti in quella parte della Città abbiano privilegiato chi semplicemente li snobbava, rispetto a chi – come noi – si impegnava a mettere al centro della propria azione politica l’intollerabile abbandono di uno dei Quartieri più importanti e popolosi di Caserta.
E’ un dato, tuttavia, che, all’epoca delle elezioni, l’attuale Amministrazione si impegnava, almeno a parole, ad effettuare una “Intensificazione del verde in città. Non aiuole protette da tristi recinzioni, non fazzoletti di prato dalla vita brevissima, ma alberi, alberi, alberi. L’unico vero arredo urbano è l’albero.”.
Sennonché, mentre questa bucolica lettura mi richiama alla mente il testo di una ben nota canzone di Gino Paoli, non posso non ricordarmi del praticello posto sulla carreggiata di via Alois – durato l’arco di una notte – mentre la stanza in cui scrivo, piuttosto che liberarsi, per la magia dell’amore, dalle pareti che la racchiudono, mi appare minacciosamente circondata da poderose muraglie di immondizia che “ardimentosi” interpreti di una non meglio definita “nuova ecologia”, con il placet della nostra Amministrazione, vorrebbero realizzare a Caserta, attingendo, per di più, la materia prima, contro ogni Legge, da “giacimenti” fuori Provincia. Per la cronaca, sopra di me non vedo il cielo, bensì, un incombente soffitto che, più che viola, è proprio nero, affumicato dai fumi degli impianti con cui si vorrebbe portare nuova, peggiore morte in Città.
Mi rendo conto che il problema della “memoria corta” affligge tanti e che la rigorosa consequenzialità sia un imperativo solo per Filosofi e Matematici, ma qualcuno mi spiega come gli esseri umani (salvo interventi “superiori”) possano avere “conversioni” così istantanee – nel passare dal “Mondo delle Idee” a quello “delle Cose” (e della speculazione) – da sostituire gli “alberi, alberi, alberi”, con case, case, case?
Oltre diecimila metri cubi di cemento, per l’esattezza 11.531,22, tutti nel Quartiere Acquaviva, in un’area ricompresa tra via Piave e via Jenco. Ben cinque palazzine progettate su un terreno classificato di classe “C3”, circondato da un’area “F6” ed una “F2”.
In altre parole, mentre la mia parte politica – avendo a lungo ascoltato le sacrosante doglianze dei Cittadini ivi residenti e avendo compreso che una delle emergenze più sentite fosse rappresentata dalla mancanza di aree a verde, dove i bambini potessero giocare serenamente, e gli anziani trascorrere ore spensierate, godendosi il meritato riposo dopo una vita di sacrifici – pensava di liberare addirittura nuovi spazi, attraverso abbattimenti e sfruttando lo strumento della perequazione edilizia, quella attuale rilascia concessioni edilizie anche sulle poche aree rimaste inedificate!
Ciò che fa ancor più riflettere è che questo accade mentre sta per arrivare in Consiglio Comunale la discussione del nuovo PUC, lì dove – soprattutto che se qualche Collega Consigliere, ertosi a Difensore Unico del Quartiere Acquaviva esprimesse una vibrata protesta, assieme al suo Gruppo d’appartenenza – si sarebbe potuta scrivere una pagina di civiltà e di vera, sana Urbanistica, dando al suolo in parola la medesima classe delle particelle che lo circondano: “F2” o, al più, “F6”.
A meno che in chi pur ha giurato fedeltà alla Repubblica non siano ancora vive tracce di ossequio e sudditanza feudale, a dispetto della XIV Disposizione Transitoria e Finale della Costituzione.
Ma quello che desta perplessità ben più serie sono le modalità con le quali lo stesso Settore Comunale che, con il benestare del Sindaco, ha emesso il Decreto di Classificazione di Industria Insalubre in favore dell’azienda più nominata a Caserta, abbia concesso il permesso a costruire in parola, in assenza di un preventivo Piano di Lottizzazione, che, per contro, nel caso di specie appariva obbligatorio.
L’area “C3” su cui si vorrebbe costruire, invero, ha un’estensione superiore a m210.000 ed il vigente PRG, parla chiaro: solo se la zona residua di ciascun comparto “C3”, delimitata da assi viari o spazi pubblici, è inferiore a m210.000 non vi è bisogno di produrre un Piano di Lottizzazione al fine di ottenere un Permesso a Costruire.
Ma l’estro di qualche tecnico ha voluto vedere in un alveo – peraltro sotterraneo – un elemento che suddividerebbe in due porzioni l’area in parola, una di circa m25.012 e l’altra di circa m22.633.
E il gioco è fatto: ambedue le aree “C3” hanno, a questo punto, estensione inferiore a m210.000; quindi, niente Piano di Lottizzazione!
Un bel regalo, per la Proprietà che, in questo modo, non dovrebbe pagare, almeno in termini di compensazione, la monetizzazione per il mancato raggiungimento degli standard, calcolata sulla differenza tra l’“Indice di Fabbricabilità Territoriale” e quello “Fondiario”.
Ma v’è ben di più: ogni Piano di Lottizzazione, a tenore del TUOEL (D. Lgs. n°267/2000 e s.m.i.), deve ricevere l’approvazione del Consiglio Comunale. Orbene, al di là della dilatazione dei tempi che ciò avrebbe comportato, per chi intende costruire, e se una volta tanto il cons. Cobianchi fosse riuscito a convincere i propri Colleghi, soprattutto i Difensori del Quartiere Acquaviva, che quel Piano non andava affatto approvato?!
Meglio non correre rischi: ed allora ecco che, a Caserta, dove ogni cosa è possibile, anche iniziare una nuova attività di sversamento di rifiuti pericolosi, mentre giusto accanto si avvia la bonifica dei suoli, un alveo, peraltro in disuso, viene assimilato a spazio pubblico, per di più urbanizzato (mentre non lo è) piuttosto che ad asse viario.
Il mio più grande rammarico è che questo assurdo progetto, dopo aver ottenuto il parere favorevole degli Uffici preposti, è passato anche per la Commissione Locale per il Paesaggio.
Conoscendo personalmente e confidando sulle competenze e sul modus operandi di alcuni suoi componenti devo davvero dire, con Orazio, non potendo, né volendo pensare ad altro: quandoque bonus dormitat Homerus.”