CASERTA – La scorsa settimana migliaia di casertani hanno ricevuto le cartelle esattoriali per la Tassa sui Rifiuti Solidi Urbani nella loro nuova formula deliberata dall’Amministrazione Comunale, che prevede due rate in acconto, a copertura di quanto dovuto come TARSU, mentre a dicembre è previsto il saldo che terrà conto della nuova tassa, la TARES (Tassa Rifiuti e Servizi). Un vero salasso per i tanti che già faticano, e non poco, per far quadrare i conti a fine mese, e che si sono visti costretti a sborsare in un sol colpo quello che prima era diviso in due tranche.
Ma probabilmente ben pochi sanno che l’intero procedimento è viziato da almeno due grandi irregolarità, sulle quali Speranza per Caserta ha sollecitato una risposta con una interrogazione consiliare presentata quest’oggi. Innanzitutto, il provvedimento di modifica della rateazione doveva passare al vaglio del Consiglio Comunale: infatti, la circolare MEF n. 1/DF del 29 aprile scorso, recita testualmente “la deliberazione di determinazione delle scadenze e del numero delle rate rientra nelle competenze del consiglio comunale, ai sensi dell’art. 14, comma 22, lett. e), del D. L. n. 201 del 2011” , e quindi la Giunta Comunale che ha adottato l’atto n. 56/2013 era incompetente a deliberare in merito, e si è sostituita alle attribuzioni dell’organo consiliare. Poi, come se non bastasse, nelle cartelle si riscontra un prelievo aggiuntivo del 10%, cosiddetto “ex-ECA”, non più dovuto, come chiaramente dettato dalla stessa circolare del MEF che spiega: “Gli importi relativi alla addizionale Ex-ECA non possono essere più addebitati ai contribuenti, anche se si utilizzano gli strumenti di pagamento già in uso nel 2012”, e ciò in quanto tale voce è stata soppressa dal comma 46 dell’art. 14 del D.L. 201/2011, convertito in Legge n. 214/2011. Il tutto mentre il Sindaco/Assessore (commissariato) all’Ambiente continua a sostenere di voler tutelare l’ambiente, ma nel contempo ribadisce che per ridurre la TARSU c’è necessità di un impianto industriale per il trattamento dei rifiuti, dimenticando ancora una volta che il nostro territorio comunale è già stato dichiarato inidoneo per qualsiasi opificio di questo tipo nel lontano 1996 dalla struttura tecnica della Prefettura di Napoli, e che il disastroso quadro ambientale, probabilmente peggiorato in questi 17 anni, è impietosamente illustrato dai dati scientifici prodotti dall’Associazione “Medici per l’Ambiente – Isde Campania”. Speranza per Caserta ha già più volte evidenziato che la strada da intraprendere è quella della riduzione dei rifiuti e del riutilizzo di oggetti e materiali (non se ne sente ancora parlare), e della raccolta differenziata spinta e di qualità. Questo sì che avrebbe un impatto positivo sull’ambiente ma anche sulle famiglie casertane, perchè il Comune risparmiando sul conferimento in discarica ed incassando dal CONAI cifre ben maggiori dei ridicoli 70mila euro incamerati nel 2012, potrebbe ridurre la TARSU in maniera proporzionale per dare il giusto premio ai cittadini virtuosi. I consiglieri Apperti e Naim chiederanno che l’interrogazione, vista l’urgenza della problematica, venga discussa al più presto possibile: nel frattempo, comunque, l’auspicio è che l’Amministrazione, ravvisati gli errori grossolani e gli enormi disagi inflitti ad una cittadinanza già alle corde per la drammatica congiuntura economica, inizi fin da subito a lavorare per porre rimedio ad una situazione che rischia di diventare insostenibile.