NAPOLI – ”Giù le mani da lavoratori e stipendi. Difenderemo il sistema sanitario. In campo le ragioni del mio impegno politico”. Dalla sua pagina Facebook, il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, affronta il nodo del sistema sanitario regionale che, in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima la legge sull’impignorabilità dei beni di Asl e aziende sanitarie, sta mettendo a rischio lavoratori, utenti, pazienti e prestazioni.
”Per tutelare i lavoratori, l’utente, il paziente, per difendere il sistema sanitario – scrive Caldoro – Andremo fino in fondo. Con il sostegno delle parti sociali, delle organizzazioni di categoria faremo sentire la nostra voce”. Il pignoramento dei fondi delle Asl ”ha creato un problema enorme”. E, sottolinea, ”ci ripetono da più parti che si è applicata la norma. È questa la difesa degli Istituti bancari. È solo in parte così”. ”Ma si può pensare di lasciare i lavoratori senza stipendi? Si possono lasciare le Asl senza i fondi necessari a garantire i livelli essenziali di assistenza? No! Non dormiamo la notte per trovare immediate soluzioni – spiega – Siamo in una una economia di guerra, in un momento particolarmente delicato e nessun ‘pezzo dello Stato’ può ragionare fuori dal contesto”. Caldoro fa l’esempio della Suprema Corte che, negli Stati Uniti, ”nelle decisioni più difficili tiene sempre come riferimento le condizioni generali”, facendo ”ogni volta, uno sforzo per inserire le proprie determinazioni nel momento storico che si vive. Non è dunque estranea al contesto”. ”Dovrebbe funzionare così anche in Italia – continua – Una volta, almeno in parte, valeva. Penso alla legislazione speciale per il terrorismo negli Anni Settanta, penso alla legislazione antimafia”. Norme, ravvisa, ”spesso ai limiti del dettato costituzionale”, ma che ”hanno aiutato questo Paese a diventare più moderno e a superare fasi di grande crisi”. E la richiesta del governatore è proprio questa. ”Chiedo questo – dice senza giri di parole – Bisogna capire che siamo in una economia di guerra e servono norme adatte ad affrontare questo passaggio”. Caldoro ricorda che la legge che evitava i pignoramenti dei beni delle Asl ”ci ha consentito di avviare il risanamento e garantire il funzionamento del sistema: pagare i debiti e garantire i diritti”. ”Eravamo in dirittura di arrivo – evidenzia – a circa il 70% del percorso”. La sentenza della Consulta ”ha fatto tornare indietro la lancetta della storia”. ”La decisone sulla incostituzionalità, legittima, ha permesso l’attacco alle Asl campane e ha frenato il piano che avevamo avviato con successo, ma non concluso – prosegue – E’ come se si fosse fatta venire meno la legislazione antiterrorismo prima di avere sconfitto definitivamente le Brigate Rosse o interrotta la normativa antimafia nel momento più delicato del contrasto alle cosche”. ”Una scelta saggia? No! Inopportuna? Intempestiva! Adesso bisogna lavorare come stiamo facendo per le soluzioni – afferma – per una risposta che nessuna norma o decisone può attaccare”. L’obiettivo di questa battaglia è, rimarca il presidente della Giunta regionale, ”garantire lo stipendio ai lavoratori, consentire alle strutture sanitarie campane di avere i fondi necessari al funzionamento”. E questo ”per superare un passato che ha dissipato e con tanti che remano contro. In più con molti meno mezzi di ieri”. ”Per garantire i diritti di tutti, a partire da chi è più debole – conclude Caldoro – Sono queste le ragioni del mio impegno politico per i cittadini campani”.