CASERTA – Un anno dopo prodotto da OTC/ Onorevole Teatro Casertano e Teatri Uniti, prosegue la sua tournèe, dopo il fortunato debutto alla XX edizione de Le vie dei festival di Roma, al Teatro Civico 14 di Caserta dall’1 al 3 novembre 2013. Atto unico per due attori, lo spettacolo ricostruisce e racconta trent’anni di due vite. Il testo, una scrittura originale di Tony Laudadio, ricompone per frammenti, in 30 flash per 30 giorni (uno per ogni anno), la storia di due persone, impiegati di un medesimo ufficio, nella condizione obbligata di una condivisione forzata e continuativa dello stesso luogo fisico. Per trent’anni costretti, più o meno inconsapevolmente, a partecipare delle situazioni, emozioni, aspirazioni dell’altro, Giacomo e Goffredo, i due protagonisti, interpretati rispettivamente da Tony Laudadio e Enrico Ianniello, trascorrono insieme la loro vita.
“Una condizione comune a tanti – sottolinea l’autore – in cui capita di essere in relazione costante con un’altra persona, un collega in questo caso, che forse non sopporti neanche ma con il quale ti trovi a vivere, giorno dopo giorno, le stesse situazioni, le stesse fantasie di fuga, la voglia di lasciare finalmente la provincia per conoscere qualcosa di nuovo, quindi la disillusione e la frustrazione che deriva dall’impossibilità di realizzare questi desideri”.
Nel loro continuo dibattersi intorno agli stessi temi, tra ossessioni, paure e anche innocui o inconfessabili segreti, i due protagonisti riescono a sopravvivere a loro stessi e, in un attimo, trascorrono 30 anni. “Ho provato a giocare con il caso – aggiunge Tony Laudadio – a snocciolare i brevi segmenti, anno dopo anno, di queste due vite, che uniti insieme vogliono formare la lunga linea di una condivisione umana”. Ne sortisce un universo concentrazionario e claustrofobico che, condito di riflessioni argute e situazioni comiche e vivaci, si presenta tutt’altro che cupo e triste.
Collaudata coppia di attori, Tony Laudadio ed Enrico Ianniello hanno condiviso sin dalla formazione, alla Bottega di Vittorio Gassman ed alle prime prove d’attore con Federico Tiezzi e Leo De Berardinis, gran parte delle loro esperienze professionali.
Ancora insieme, dopo aver fondato la compagnia Onorevole Teatro Casertano, sono attori per Toni Servillo, Nicoletta Braschi, Andrea Renzi, Francesco Saponaro, Nanni Moretti e Fabrizio Bentivoglio. Una parte significativa della loro vita professionale che si arricchisce ulteriormente con significative esperienze condotte singolarmente, come nel caso del felice esordio da romanziere di Tony Laudadio, con Esco, pubblicato quest’anno da Bompiani o in quello che vede Enrico Ianniello protagonista in tv, nel ruolo del commissario Nappi, per la serie Un passo dal cielo, con Terence Hill.
Un anno dopo: una nota di Tony Laudadio
A me capita così: ogni tanto provo a sbirciare indietro nel mio passato, al susseguirsi degli anni nella mia memoria, e provo a selezionare solo i frammenti riguardanti un dato ambiente, una data persona o un dato sentimento. Ne viene fuori, a volte, una cronologia obliqua piuttosto interessante della mia vita e ho sempre pensato che se fossi riuscito a mettere in fila questi frammenti in un’opera compiuta potessero essere interessanti anche per uno spettatore esterno. Così nasce “Un anno dopo”, atto unico per due attori, che racconta trent’anni di due vite. Due colleghi, due amici, o semplicemente due persone costrette dagli eventi a condividere per tanto tempo lo stesso luogo fisico. Capita continuamente, non siamo noi a sceglierci le persone con cui poi passiamo il tempo. La professione, il luogo di lavoro, hanno spesso una componente casuale più forte di quello che crediamo. Nella vita stessa, nel suo insieme, è così. E allora ho provato a giocare con il caso, a snocciolare i brevi segmenti, anno dopo anno, di queste due vite, che uniti insieme vogliono formare la lunga linea di una condivisione umana. A questa condivisione assistiamo tramite il teatro.
Da sempre sono questi i temi che mi interessano di più, che mi piace raccontare, sia come autore, sia come interprete quando il testo lo consente: il gioco della memoria sui mutamenti interiori delle persone, le esperienze come piccole spinte al cambiamento, traumi dolci o anche violenti che ci deviano, volta per volta, verso nuove personalità, anche gli equivoci che la memoria, a distanza di anni, procura, confondendo un episodio con un altro, e provocandoci la netta sensazione, ad esempio, che davvero gli ultimi trent’anni di una vita possano essere passati in un’ora. Inoltre sono attratto dai sentimenti antichi, conservati per lungo tempo, trasformati impercettibilmente e forse, in maniera ciclica, tornati alla loro posizione originale, l’evoluzione di tale sentimenti – parlo dell’amicizia, dell’amore, o della repulsione, del disgusto, persino delle opinioni – e il modo in cui tutto questo mondo interiore si dipana nelle relazioni interpersonali. I due protagonisti – Giacomo e Goffredo, impiegati in un ufficio che sembra di contabilità in una provincia lontana dalle metropoli – essendo inconsapevoli, come noi nella nostre vite quotidiane, del loro arco vitale, del susseguirsi rapido, a volte immediato, di anni interi, fanno tenerezza e provocano un sorriso asciutto in questo continuo dibattersi intorno agli stessi temi, le stesse ossessioni, le stesse paure e anche gli stessi innocui o inconfessabili segreti. Credo che parli di molti di noi.
E’, questo, un teatro sostanzialmente di attori, di drammaturgia al servizio dei personaggi, di riflessione attraverso la compartecipazione dei sentimenti, dal riso al dolore, un teatro di una semplicità ambiziosa, che dal basso della quotidianità mira molto in alto, sperando, senza averne alcuna certezza, che in alto ci sia qualcosa da colpire.