“Sono passati altri quattro anni e la Regione non è ancora riuscita a mettere ordine, in modo strutturale ed efficace,un sistema di gestione dell’acqua in Campania. Tra condoni, debiti, crediti non esigibili e investimenti non programmati si accumulano milioni di euro che poi dovranno pagare i cittadini campani”

 

Lo ha dichiarato Nicola Caputo Consigliere regionale e Presidente della Commissione Trasparenza a margine di due audizioni sul ciclo integrato delle acque a cui hanno partecipato, sulla Gori i sindacalisti Giovanni De Stefano e Domenico Panico e per Acqua Campania Spa, Stefano Albano, Laura Russo e Luca Salvia mentre per l’assessorato Michele Palmieri., dirigente del Settore Ambiente. Era presente anche il Consigliere regionale Ugo De Flavis

 

“Le audizioni con le società che si occupano del ciclo integrato delle acque Gori e Acqua Campania – spiega Caputo – si sono rese necessarie per fare il punto sulle diverse problematiche della gestione della risorsa idrica in Campania. Sono emerse molte e profonde criticità, una situazione che si fa sempre più pesante e che va assolutamente recuperata”

“Con le delibere di giunta regionale 171 e 172 del 2013 – spiega ancora Caputo –  la Regione Campania ha concesso una rateizzazione del debito ( circa 270 milioni di euro) in 20 anni  ed ha riconosciuto un abbuono di circa 70 milioni di euro alla Gori Spa, il soggetto gestore dell’Ato 3, ed ha affidato alla stessa anche la titolarità degli impianti che insistono sul territorio di competenza dell’Ato 3. Il tutto senza che si intravedano reali benefici per i cittadini nè in termini di migliori servizi nè di risparmi”.

“Crediti significativi e controversi vantati nei confronti di diversi soggetti anche per Acqua Campania Spa concessionaria della Regione Campania per la gestione dell’acquedotto della Campania. Al palo anche i lavori di messa in sicurezza degli impianti e ciò nonostante la convenzione in essere che configurerebbe una disponibilità immediata  di circa 100 milioni di euro. E ciò per la mancata condivisione di un programma di investimenti ed un cronoprogramma tra la stessa Acqua Campania e l’assessorato tendente ad individuare e realizzare gli investimenti ritenuti più utili e necessari”.

“Ormai sono passati quattro anni  e il governo regionale non sembra abbia ancora trovato il modo di mettere ordine in un settore di vitale importanza per i cittadini.  Il disegno di legge sul riordino del ciclo integrato delle acque è stato presentato già da qualche mese ma la discussione non è stata ancora avviata. La Legge è indispensabile ma  temo che , se trascorrerà altro tempo invano, la sua efficacia sarà vanificata dalla preesistenza di impegni contrattuali che avranno determinato un sistema  organizzativo di cui sarà difficile non tener conto. Se la legge arriverà troppo tardi rischierà di non avere gli effetti auspicati per la difficoltà della situazione in essere”.

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