Evitavano il pagamento delle imposte attraverso l’emissione e l’utilizzazione di fatture false. É quanto ha scoperto la Guardia di Finanza di Massa Lubrense (Napoli): cinque le persone destinatarie di misure cautelari personali; altre dodici indagate per associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale. 69 milioni l’importo della false fatture emesse, cui corrisponde un importo complessivo di imposta evasa di oltre 16 milioni di euro.

I cinque destinatari dei provvedimenti – tre ai domiciliari, gli amministratori di fatto ovvero reali dominus delle diverse società coinvolte – e due con obbligo quotidiano di presentarsi alla polizia giudiziaria, i prestanome, sono accusati di aver costituito sin dal 2004 un vero e proprio sodalizio criminale. Il sistema di frode adottato era questo: gli imprenditori ‘di fatto’ costituivano società effettivamente operanti nel campo delle prestazioni di servizi in materia di impiantistica idraulica e metalmeccanica amministrate da ‘teste di legno’. Dopo aver emesso e utilizzato le fatture false, trasferivano fittiziamente le sedi intestando le attività a nullatenenti ovvero cittadini stranieri e contestualmente distruggevano la documentazione amministrativo-contabile per sottrarsi definitivamente alle obbligazioni tributarie. Alcune delle dieci imprese ‘apri e chiudi’ hanno ottenuto commesse per svariati milioni di euro attraverso appalti e su-appalti da aziende di rilievo nazionale. Nonostante i fatturati milionari, le imprese non hanno versato né imposte al fisco né contributi a Inps e Inail.

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