AVERSA – Non tarda ad arrivare la risposta dell’Amministrazione comunale alle ultime dichiarazioni del Consigliere comunale Rosario Capasso in merito all’assistenza sociale ai diversamente abili di Aversa. Interviene il Consigliere comunale delegato, Mario Tozzi che chiarisce: “Intervengo per dovere di giustizia e di verità e non per polemica nei confronti del Consigliere Capasso. Il consigliere dichiara di aver interpellato i rappresentanti dei pazienti presenti all’incontro tenutosi la scorsa settimana tra l’Amministrazione Comunale e Asl Ce. Ciò è falso in quanto il Sig. Sarracino e la Sig.ra Andreozzi, gli unici rappresentanti presenti alla riunione, non hanno mai rilasciato alcuna dichiarazione in tal senso al consigliere Capasso”.
E continua Tozzi: “Capasso, come sempre è disinformato. Farebbe bene anziché inventare dichiarazioni e rilasciare continue interviste, pur di sparare invano nei confronti dell’Amministrazione Comunale, da sempre sensibile e vicina alle famiglie dei disabili, ad informarsi presso gli uffici comunali preposti. Ed infatti: mai è stato sospeso il trasporto nei confronti dei diversamente abili. Servizio attualmente usufruito da circa trenta disabili. Mai stata sospesa l’assistenza domiciliare agli anziani ed ai disabili. Anzi questo servizio è stato incrementato con i fuoriusciti dai Ptri. Ed infine, i Ptri ripresi dal dipartimento di salute mentale sono tre e non uno, come invece, asserito da Capasso”. E continua Tozzi con delle precisazioni anche relative ai nomi indicati nella mozione promossa, tra gli altri, dal consigliere Capasso. “D.S.M. riceveva già prima della mozione 2 ore al giorno di assistenza e continua a riceverle da questo Ente. D.A.R. è stata presa in carico nel giro di una settimana dopo la sua fuoriuscita dai PTRI. Inizialmente le sono state assegnate 2 ore di assistenza al dì ed oggi, grazie ad un atto di giunta adottato la scorsa settimana, le ore di assistenza, già da lunedì scorso, sono aumentate a 5. Lo stesso per tre utenti, i fratelli Z. non citati nella mozione ma fuoriusciti anch’essi dal PTRI. Inizialmente loro è stata assicurata un’assistenza di 2 ore al dì, che oggi è stata incrementata a 5 ore. Un discorso a parte, invece, meritano F.F. e V.E. dove il bisogno individuato in uvi, esclusivamente sanitario, è stato rifiutato dai genitori (come da verbale depositato in ufficio)”. E conclude Tozzi: “Ma i dati reali ed ufficiali, non interessano al consigliere Capasso che trova più utile raccogliere notizie dal marciapiede. Lo stesso, quindi, denota di avere notizie confuse soprattutto quando auspica, da un lato, la ripresa dei Ptri ( a valenza socio- sanitaria) e dall’altro dice che bisogna occuparsi solo dei bisogni materiali”.