Erano in molti a temere che il nuovo disciplinare d’appalto per le pulizie applicato dall’Asl Caserta, con un ridimensionamento d’organico e di ore di servizio, potesse avere contraccolpi sullo stato delle strutture sanitarie della provincia di Caserta ma da qui a parlare di ‘allarme igienico-sanitario’ ce ne passa. E’ almeno questo quanto emerge dell’ospedale Moscati di Aversa, finito nelle ultime settimane sotto i riflettori della cronaca per la denuncia fatta dalla Fials circa lo stato dei luoghi del nosocomio normanno. Una denuncia che non era caduta nel vuoto in quanto il direttore sanitario Paolo Brusciano aveva anche convocato una riunione per discutere della questione ma il sindacato è risultato assente. E la richiesta di incontro è soltanto l’ultimo atto messo nero su bianco da Brusciano, il quale, da quando si è insediato a marzo, ha prodotto una mole impressionante di documenti per cercare di ovviare al problema. Documenti non di semplice denuncia dello stato dei luoghi ma volti alla concretezza. Brusciano, infatti, subito dopo l’insediamento ha costituito una task force composta d personale della direzione sanitaria, ufficio tecnico, infermieri e medici che ha il compito di vigilare e denunciare carenze igienico sanitarie nonché i problemi strutturali. C’è poi la denuncia del problema dei senzatetto che stazionano stabilmente in alcuni ambienti del nosocomio. Ogni mese, inoltre, i caposala fanno una relazione sullo stato dei luoghi. Il 19 aprile ha ordinato la rimozione del materiale non più utilizzato dai corridoi e ancora, il 2 maggio, ha scritto per ordinare la santificazione della camera mortuaria. L’ultima diffida risale al 23 maggio e chiede all’azienda incaricata delle pulizie di applicare il contratto. Denunce che, come è facile comprendere sono frutto di una costante attività di monitoraggio e controllo, riportata poi ai vertici aziendali con apposite missive, che deve anche scontrarsi con i paradossi della burocrazia. Alcuni interventi, infatti, risultano ricadere nelle competenze dell’ufficio tecnico che è alle dipendenze della direzione amministrativa. E questo rischia di rallentare gli interventi necessari. Il problema è comunque alla radice perché il nuovo capitolato d’appalto prevede che al Moscati gli addetti alla pulizia lavorino 3 ore e 20 al giorno. C’è poi una diminuzione del personale addetto che da maggio è passato a 38 unità dalle 59 impiegate in precedenza. Ciò, inoltre, si accompagna alla rideterminazione delle aree ospedaliere che comporta diversi costi negli interventi di pulizia. Si pensi ad esempio che con il nuovo assetto le aree definite tecnicamente ad altissimo rischio sono passate da 200 metri originari a 1600. Ciò dovrebbe quindi portare anche ad una ricontrattazione degli oneri che fino ad adesso non c’è stata. Dal Moscati, quindi, emerge una situazione di criticità che vede i protagonisti non sottrarsi alle proprie responsabilità, seppur tra mille difficoltà.