L’appello di Papa Francesco per un protagonismo della chiesa nell’accoglienza dei Rifugiati non è caduto nel vuoto in provincia di Caserta. Le cinque diocesi si stanno organizzando per poter mettere a disposizione le proprie strutture e fare ulteriori sforzi, se necessario. Per la verità c’è anche chi da tempo accoglie come la diocesi di Aversa, guidata da monsignor Spinillo. A sant’Agostino da anni le porte sono aperte per chi fugge dai territori di guerra. Altri migranti sono ospitati presso il seminario e a breve anche neii comuni più piccoli potrebbero arrivare i migranti. Pronta a mettere a disposizione le proprie strutture è anche la diocesi di Sessa Aurunca, che già opera in u territorio dall’alto tasso di immigrati come la fascia costiera. Ad Alife il vescovo di Cerbo è pronto ad aprire le porte di chiese e monasteri mentre il vescovo di Capua annuncia che se necessario verranno affittati spazi. A Caserta, diocesi guidata da monsignor D’Alise, c’è già grande movimento con la Caritas e alcune parrocchie che hanno dato la propria disponibilità. Un quadro più definito lo si avrà il prossimo 14 settembre con la conferenza regionale dei vescovi convocata dal cardinale Sepe. Ma in Terra di Lavoro tra umanità e bestialità, per usare le parole di Renzi, la prima sembra in netto vantaggio.