DURAZZANO – L’associazione Ethos nell’ottica di tutelare il paesaggio del territorio di Durazzano e Santa Maria a Vico, e nel volere fortemente una soluzione tecnica volta alla sicurezza dei luoghi in questione e della cittadinanza, chiede di prendere in considerazione anche l’ipotesi di una cava sotterranea.

 

“L’associazione premette che appoggia il Comitato No-Cava, però se ci dovrà esser per forza una cava, dovrà esser una cava altamente tecnologica e in sicurezza, ovvero in sotterraneo.

Una cava che non sia a cielo aperto, che non faccia disperdere nell’aria la polvere dovuta alla creazione della cava. L’idea consiste nell’utilizzo di un fornello, alla cui base si trova un impianto di frantumazione in sotterraneo collegato all’esterno mediante una galleria.

La coltivazione delle cave a cielo aperto avviene tramite estrazione del minerale per piani orizzontali discendenti, in modo da eseguire immediatamente il ripristino del versante scavato. In quelle con camera di frantumazione sotterranea, che consentono tra l’altro la riduzione dei trasporti su gomma in cava, il collegamento per superare il dislivello tra fronte in coltivazione e area di stoccaggio avviene grazie a un fornello in posizione baricentrica. Il fornello è collegato all’esterno tramite una galleria in cui viene installato l’impianto di frantumazione primaria. Nastri trasportatori portano poi il minerale sul piazzale all’uscita della galleria, dove viene effettuata la lavorazione finale.

Siamo coscienti che la realizzazione del fornello, della galleria con camera di frantumazione e dell’impianto in sotterraneo, seppur impegnativa dal punto di vista dell’investimento iniziale, potrebbero trovare il favore delle amministrazioni locali, in quanto consente di evitare la presenza di coni di gettito o il trasporto del calcare con dumper/autocarri per lunghi tratti tra il fronte di cava e l’impianto di frantumazione, motivo di polveri, rumori ed inquinamento ambientale”.

 

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