CARINARO – Domenica 23 giugno 2013 la Congrega Sant’Eufemia di Carinaro, guidata dal priore Giuseppe Barbato, si recherà al Convento dei Padri Passionisti di Falvaterra (FR), per un ritiro spirituale. La Congrega, proseguendo il proprio cammino itinerante di fede dopo aver partecipato attivamente al S. Rosario meditato nei venerdì di tutto il mese mariano, alla celebrazione della solennità del “Corpus Domini” e alla celebrazione del 70 genetliaco di Sua Em.za Crescenzio Sepe,

Arcivescovo Metropolita di Napoli e Presidente della Conferenza Episcopale Campana nonché illustre figlio di Carinaro: si prepara a realizzare un momento di preghiera e di raccoglimento per tutti i confratelli e le consorelle che la frequentano. Domenica mattina partiranno da Carinaro in autobus per Falvaterra accompagnati oltre dal priore Barbato, da Antonio Zampella, vicepriore, da Ferdinando Guida, tesoriere e da Giovanni Cesario, Francesco Arzano e Domenico De Rosa quali membri del Consiglio Direttivo. “Ci prepariamo a rivivere un momento intenso di raccoglimento e di preghiera già vissuto nel 2009, commenta il priore Giuseppe Barbato, proprio nel luogo che fu di San Paolo della Croce nel frusinate, dove ritorneremo per il ritiro spirituale e formativo di tutti i componenti della Congrega. Abbiamo preferito ritornare al  Convento dei padri Passionisti di Falvaterra memori della passata esperienza dove nella splendida casa immersa nel verde si effettuano gli esercizi spirituali sia per religiosi che per laici, e ci trovammo molto bene. Fummo accolti da padre Costantino, per altro originario dell’agro aversano e dagli altri padri che subito ci misero a nostro agio e dove trascorremmo un intera giornata di preghiera e agape fraterna. Carinaro è stata sempre legata all’ordine dei Passionisti,infatti, dice Barbato, giova ricordare che già nel 1913 vi fu una Santa Missione predicata proprio da loro e ne è testimonianza l’edicola votiva posta in Via Zampella laddove l’epigrafe della lapide posta proprio sotto la S. Croce ricorda lo svolgimento di quella missione popolare”.

 

 

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