«Quella di via D’Amelio è una delle più profonde ferite del nostro Paese. A 21 anni da quel 19 luglio 1992, dalla morte di Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, restano ancora tante omissioni, troppi silenzi, un muro di gomma che non si riesce ad abbattere.
Il Festival dell’Impegno Civile dedicherà tutte le iniziative di questi giorni alle vittime della strage di via D’Amelio e a tutte le vittime innocenti delle mafie, perché fare memoria non è solo un atto doveroso, ma anche e soprattutto l’affermazione di una richiesta di verità e giustizia che continueremo sempre a rivendicare. Perché le trattative tra Stato e mafia sono un’aberrazione della Democrazia che mortifica il nostro Paese. In tanti hanno speso e spendono la propria esistenza per sconfiggere il cancro delle mafie, anche pagando il prezzo più alto, la loro stessa vita, insegnandoci che ci si schiera, si sta da una parte e mai per il tutto. Nella lotta alla criminalità organizzata non possono esserci compromessi». Lo affermano i responsabili del Comitato Don Peppe Diana e del Coordinamento Provinciale di Libera Caserta, le organizzazioni che promuovono il Festival dell’Impegno Civile, la prima manifestazione interamente realizzata sui beni confiscati alle mafie. Superata la trentesima tappa, ormai in volata verso il traguardo finale del 3 agosto a Maiano di Sessa Aurunca, la carovana antimafia, quest’anno alla sua VI edizione, continua a girare tra terreni, case, ville e aziende sottratte ai clan della Campania. Tra venerdì e sabato 4 tappe tra San Cipriano d’Aversa e Santa Maria La Fossa nel casertano e Quindici nell’avellinese. Venerdì dalle 18,00, sul bene confiscato di vico II Caterino a San Cipriano, l’incontro sul tema sul tema “Lavoro e sviluppo per la nostra terra. Verso il marchio sanitario di qualità sanitaria Ambientale, Agroalimentare e dell’Allevamento in Regione Campania”. Nel corso della giornata, inoltre, la degustazione di prodotti tipici e mostre. Dalle 21, in collaborazione con il Festival della tammorra, nel largo del parcheggio della Chiesa M.S.S. Annunziata di via Roma, suoni, canti e balli contro la camorra con Marcello Colasurdo e Michele Oliva con i Viva Popolo «Il festival coniuga incontri di approfondimento e riflessione a momenti di festa» affermano gli organizzatori della kermesse «Il nostro obiettivo è che i cittadini delle Terre di Don Peppe Diana si riapproprino dei beni confiscati che sono un bene collettivo, e proprio da questi siano protagonisti dei processi di economia sociale che si stanno sviluppando e sono il vero antidoto all’economia criminale, portando ad un nuovo modello di sviluppo sostenibile e inclusivo». Ma persistono, su tanti beni confiscati, enormi difficoltà al loro riutilizzo. Simbolo di questo è sicuramente la Balzana, la tenuta agricola ex sede della Cirio, che potrebbe essere il cuore pulsante della Rete di Economia Sociale che si sta costruendo, e invece, per difficoltà giudiziarie, ma anche per gravi ritardi e ostacoli burocratici e amministrativi, resta inutilizzata e abbandonata. Qui, sabato mattina, alle 11,00 il flash mob #Balziamocisu, per riaccendere i riflettori su questo bene confiscato a seguito del cosiddetto Spartacus I, un vero e proprio borgo agricolo di oltre 220 ettari e 30 immobili. Ma sabato sarà anche la giornata dedicata alle buone prassi che si stanno sperimentando a Quindici dove l’ex villa dei Graziano, oggi “Villa CentoQuindiciPassi”, sta per essere trasformata in un maglificio. Qui dalle 16 e fino a sera workshop, la tavola rotonda sul progetto del maglificio, degustazioni e il concerto dei “Makardia. Musica del popolo”. Infine, sempre sabato, ma a San Cipriano d’Aversa alle 18,00 nel bene confiscato di vico II Caterino, l’atteso incontro con lo scrittore e giornalista Giovanni Tizian, costretto a vivere sotto scorta per la sua attività di denuncia contro la ‘ndrangheta e le sue infiltrazioni nel nord Italia. Con lui, in un incontro moderato da Michele Docimo di Notizie Migranti, la giornalista Ilaria Urbani che presenterà il suo libro “La buona novella”, dove si raccontano i “preti i frontiera” della Campania e che non poteva che essere dedicato a Don Peppe Diana.