PIEDIMONTE MATESE – Con la scomparsa del “preside” Domenico Loffreda il Matese perde uno dei suoi figli più rappresentativi non solo del mondo degli studi ma di quella cultura illuministica così vicina al pathos della gente, del sentimento popolare. Una biblioteca di umanità, una quercia di rami frondosi con la solidità di studi e ricerche appassiona come appassionata la sua partecipazione alla vita pubblica, sociale e politica .
Loffreda era nato a S. Gregorio Matese novantuno anni fa ; “ due classi di scuola elementare e gli studi ginnasiali al Seminario Vescovile di Piedimonte Matese, privata la preparazione alla maturità classica; laurea in lettere alla Università Federico II di Napoli. Dopo due anni diinsegnamento al Liceo Ginnasio l.r. istituto Seminario dei primi studi- riprendiamo dalla sua scheda biografica- inizia quello nelle scuole medie statali, nel ruolo dei docenti e dei presidi. Partecipa alla vita sociale con l’intendimento di cooperare al miglioramento delle condizioni di vita e alla promozione dei diritti per i cittadini meno protetti. Si dedica a studi di ricerca solamente dopo il collocamento a riposo, iniziando dal proprio paese che, a mano a mano, gli si presenta partecipe diretto di tutti gli avvenimenti storici. Le guerre sannitiche con la presenza della necropoli, il primitivo cristianesimo dal testo d’una lapide, il monachesimo benedettino e cistercense da badia a grange, lo sviluppo nel Settecento della pastorizia e di altre attività lavorative, la partecipazione attiva di suoi cittadini al Risorgimento. La narrazione in …et ecclesia Sancti Gregorii in Matese. Della storia della parrocchia nel quarto centenario e delle cappelle, nelle quali lascia il segno Gioacchino Toma, scrive in altra monografia, come della presenza cistercense in tutti i paesi della Valle del Medio Volturno, fino a S. Maria dell’Incoronata di Foggia. Le inedite presenze di resti archeologici, quali le altre mura megalitiche a Castello del Matese con la rilettura della necropoli a S. Gregorio, sono argomento di Sannio Pentro Alifano; del vol: II, l’altra inedita individuazione d’un vico sannitico nel demanio di S. Gregorio e la lettura delle costruzioni alla collina delle Torelle di S. Potito, con una riflessione sulle Terme diErcole in area di Piedimonte Matese”. Di rilievo anche altri volumi come “tutto in 46 giorni- 25 luglio/8 settembre 1943” un contributo di memoria personale, uno dei migliori apporti di parallelismo tra livello macro e micro-locale sulle esperienze post-fasciste e della nascente repubblica fino al post-dopoguerra da tenere sempre a portata di cassetto per la lettura seguito da un altro libro di proseguimento come “il ceto politico dell’areaalifana all’indomani del dopoguerra”; il volume sulle “vite parallele di Beniamino Caso e Giovanni Caso” ; il “Borgo si racconta.Vie e Vite per il Matese”, uno scrigno di memoria che odora di pietas popolare-contadina ; i focus tematici su figure chiave come LuigiNoviello, vescovo ed ancora il sacerdoti-professori come Giacomo Vitale e Michele Di Muccio. Altri scritti di collaborazione sono stati pubblicati in Samnium, Rivista Storica del Sannio, Fraternità Aperta eClarus. Addio prof. Ha scritto pagine di vita veramente vissuta e raccontata con rigore ed umanità.
Michele Martuscelli