CASERTA – Alla luce della sentenza sui respingimenti messi in atto dall’Italia nei confronti dei profughi provenienti dalla Libia, emessa dopo oltre due anni d’attesa dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, che vede il nostro Paese condannato per Violazione sui diritti umani, il Dipartimento Immigrazione della CGIL di Caserta chiede con forza la soppressione delle norme non degne di uno Stato civile, messe in essere dal passato governo, affinché venga riportata l’Italia nell’ambito della Legalità, del diritto e del vivere civile, garantendo adeguate forme di protezione dei migranti e dei profughi. La città di Caserta, infatti, rappresenta lo scenario più rappresentativo di accordi incostituzionali e di politiche intolleranti.

Ad oggi, infatti, anche sul nostro territorio ne paghiamo le conseguenze. Dalla crisi Libica, in particolare, che ha visto diverse migliaia di profughi cercare protezione in Italia, ne sono giunti nella nostra provincia alcune centinaia, che sono stati accolti in alberghi e strutture di accoglienza della Caritas, ma il governo non si è ancora espresso su quale destino dovranno avere queste persone. Nel frattempo,sul nostro territorio, non potendo lasciare i luoghi assegnati, si vedono centinaia di giovani migranti che vagano senza meta, nell’attesa che il governo si ricordi di loro, creando frustrazioni e disagi a loro stessi e alla cittadinanza. L’elevato numero di esiti negativi emessi dalla Commissione Territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Caserta, inoltre, crea una problematica forte e esplosiva a cui solo il governo può dare risposta. Per queste ragioni, La CGIL di Caserta ribadisce la necessità che a questi giovani sia rilasciato, quanto meno, un permesso di soggiorno per motivi umanitari, in considerazione della eccezionale situazione venutasi a creare. La Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, sebbene con molto ritardo, si è pronunciata quindi con una sentenza che condanna le autorità italiane, in quanto, quando hanno respinto i migranti in Libia, li hanno esposti a maltrattamenti. È noto che i respingimenti furono il cavallo di battaglia del governo Berlusconi, con la sua “guerra ai barconi” e ad una presunta “invasione”, e purtroppo le politiche sull’immigrazione messe in atto allora ancora rappresentano l’attualità a cui sono sottoposti i migranti in Italia (accordo di integrazione, tassa di soggiorno, bossi fini, cie, etc…). Il Mar Mediterraneo, in particolare nel 2010, è stato scenario di barbarie che hanno riconsegnato alla tortura, alle carceri ed alla morte, centinaia di migranti a cui è stata sottratta la possibilità di chiedere la protezione internazionale, così come previsto delle convenzioni internazionali.

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