Piedimonte Matese – Di chi è la colpa se il parco regionale del Matese ma possiamo dire il sistema dei parchi è in crisi così profonda? La domanda ha attraversato l’incontro di riflessione tenutosi ieri nella biblioteca comunale. Presente il presidente in carica del parco Umberto De Nicola nominato dal centro destra caldoriano ed alcuni sindaci(pochi pochissimi in realtà) rispetto ai venti comuni che ne fanno parte. In sala anche l’ex presidente Giuseppe Falco nominato dall’ex “governatore” Bassolino a pochi mesi dal turno elettorale di cinque anni fa e dopo colpi di carte bollate davanti alla giustizia amministrativa sostituito da De Nicola. Presente il sindaco di Fontegreca Montoro, direttore amministrativo, l’assessore Leuci, i consiglieri di Gioia Sannitica ed il sindaco di Letino, Fausto Perrone. E’ stato proprio quest’ultimo, sindaco dell’unico comune a consumo suolo zero nel nuovo piano urbanistico e comune bandiera Arancione, ad accendere le polveri del vivace confronto. “Noi abbiamo solo vincoli e tutto il nostro territorio è nel perimetro del parco a differenza di altri comuni. Dobbiamo tutelare in realtà chi vive, abita in montagna- ha detto Perrone che si è fatto interprete delle aspettative deluse, disattese in termini di sviluppo occupazionale.

“Il parco non ha dato nulla in tal senso e guai se si svolgesse un referendum dentro o fuori il parco. Se c’è stata tutela è merito dei residenti, dei concittadini – ha aggiunto esprimendo autocritica anche sulla mancata adozione del piano-parco(vero atto di pianificazione mancante da sempre ndr).Occorre tutelare in primis gli uomini”. Spunti e temi ripresi da Pirro (legambiente) :”occorre sì ridare fiducia ad un territorio sfiduciato – ha replicato non senza fare richiamo alle scarse ricadute di investimenti nell’area oltre a criticare l’ente regionale. “Il discorso di Fausto( Perrone ndr) ha riportato i piedi per terra- ha dichiarato denunciando la fase di desertificazione con riferimento alla perdita di uffici pubblici/servizi collettivi o disagi nei trasporti per cui occorre davvero trovare gli strumenti giusti”.

Ma un passaggio significativo è avvenuto dopo parlando di“ fallimento del parco regionale” spiegandone i termini anche perché interrotto e sollecitato dal presidente De Nicola: “il parco non è sentito dai cittadini, vista come un’astrazione, e dagli amministratori , espressione delle comunità ; è mancata un vera cittadinanza del parco” per cui ritiene ancora stringente ed utile un “lavoro culturale” nelle scuole, nei paesi”. Da qui occorre ripartire anche per non ripetere gli errori del passato : occorre mettere in campo un percorso da basso, partecipato” esigenza messa in luce prima anche da Pirro. Il presidente De Nicola, controbattendo a Leuci, ha segnalato la lontananza, assenza degli amministratori nella vita del parco. Tutti favorevoli al nuovo da istituire parco nazionale ? Il presidente De Nicola non si è pronunciato ,un sì condizionato di Leuci a fronte di sì incondizionato del sindaco Montoro che ha menzionato l’esperienza in corso sul fronte della valorizzazione turistico- ambientale tra territori molisani, campani ed abruzzesi .”Noi abbiamo fatto una battaglia per entrare nel parco perché in una delle prime ipotesi di perimetrazione eravamo fuori insieme a Capriati al Volturno e Prata Sannita. L’interrogativo continuerà a risuonare nelle comunità territoriali. Arriverà in regione la grande accusata?

Michele Martuscelli


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