CASERTA – Stamani il consigliere Cobianchi, accompagnato dal geom. Luigi Santangelo del Settore Urbanistica del Comune di Caserta, sentito il Comandante della Polizia Municipale, ha compiuto una visita ispettiva sul cantiere della “Locanda della Posta”, all’angolo tra piazza Vanvitelli e via Leonetti. Dal sopralluogo, svoltosi in presenza del Progettista e di alcune maestranze, con enorme, piacevole sorpresa, alla presenza ininterrotta del geom. Santangelo, ha potuto riscontrare che il corpo di fabbrica principale, aggettante su piazza Vanvitelli, presenta ancora intatti, gli orizzontamenti originari settecenteschi, a travi e tavolato, apparentemente nell’essenza di castagno.

In alcuni ambienti resta perfettamente conservato il telaio in legno, usualmente detto “incannucciata” che serviva a sostenere le tele dipinte, “alla veneziana”, di rifinitura, delle quali restano tracce significative ed evidenti. Pressoché integro si mostra l’impianto strutturale dei due corpi scala gemelli, assialsimmetrici, con volte rampanti che si alternano a piccoli ballatoi, a travi e tavolato in legno. Una delle due scale conserva i gradini originali in pietra calcarea bocciardata. In numerosi ambienti sono rinvenibili vaste porzioni dell’intonaco originario a malta di calce in strati sovrapposti, con impianto decorativo ad affresco. In una parte dell’immobile si conserva una discreta porzione di un pavimento originale in cotto invetriato. In altri si notano rivestimenti di inizio novecento, in segato di marmo bianco e nero, formante i classici disegni a greca. Gli infissi, in buona parte, sono conservati, e recano gli originali scuri laccati. Nel cortile, ove stanno procedendo le opere di demolizione sono ancora perfettamente leggibili le arcate strutturali dei corpi secondari di fabbrica, un tempo adibiti a carceri, realizzati a mezzo di muratura di tufo, a blocchi squadrati, talora inframmezzata da elementi in cotto. Questi ambienti, per quanto si evince in maniera ancora perfettamente leggibile, erano in parte coperti a volte, di cui si vedono chiaramente le imposte; in parte a travi e tavolato in legno. Nelle murature si scorgono tanto gli innesti delle orditure primarie, che quelli delle “incannucciate” per sostenere le predette tele di rifinitura, a testimonianza dell’importanza di alcuni dei vani posti al piano terreno. Sempre nel cortile, sino a stamattina, si conservava un ambiente sormontato da una bellissima volta “a vela”. Tutti questi elementi da una parte impongono, dall’altra rendono facilmente eseguibile un restauro conservativo, che riporti le strutture al loro stato originario. Spiccano infine gli elementi in ferro battuto e/o ghisa delle ringhiere, della decorazione del frontone della facciata e di alcuni divisori interni. Anche alla luce di ciò l’intervento della Soprintendenza appare dovuto ed improcrastinabile, al fine di fermare un vero e proprio scempio urbanistico, che non si comprende, e lege, come sia possibile assentire. In caso l’inerzia dovesse perdurare, verrà prontamente allertata la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania, unica autorità competente per la valutazione della sussistenza delle esigenze di vincolo, a seguito della riforma. Il cons. Cobianchi, anche attraverso la Stampa, rivolge un accorato appello al Sindaco, affinché non passi alla storia come l’imperturbabile osservatore silenzioso della strage dell’impianto urbano sette-ottocentesco del centro città; alla Soprintendente DAVID; al Procuratore della Repubblica LEMBO; ai Nuclei Speciali per la Salvaguardia del Patrimonio dei Carabinieri, affinché, intervengano con l’urgenza dettata dal caso, nei rispettivi ruoli e competenze; oltre che agli Ordini Professionali, in particolare a quello degli Architetti della Provincia di Caserta, alle Associazioni Culturali ed Ambientaliste, tra cui Italia Nostra Onlus, al Coordinamento delle Associazioni COASCA, ai Movimenti, a tutti i Cittadini che hanno a cuore la storia di Caserta affinché si mobilitino, sostenendo questa battaglia di civiltà. Il Presidente Cobianchi segnala altri tre immobili, che ha visionato, dall’esterno, in data odierna: uno in corso Giannone, reso inaccessibile alla vista da una coltre di tubi innocenti e teli da cantiere; gli altri due in via Leonetti. Questi ultimi sono sicuramente meritevoli di vincolo diretto per le peculiarità architettoniche che presentano. Il primo, sul lato sinistro venendo da piazza Vanvitelli, contraddistinto dal civico 47, si sviluppa su due piani fuori terra. Reca un ampio cortile, con arcate. Presenta conservati gli orizzontamenti a travi e tavolato in legno, talora rifiniti con tele “alla veneziana”, pregevolmente dipinte. L’altro, sul lato opposto, presenta un’architettura ragguardevole di chiara ispirazione vanvitelliana. Vi si accede da un androne con volta pregevolmente affrescata, recante uno stemma gentilizio principesco. Sul lato destro, entrando, si apre il corpo scala, perfettamente conservato nelle strutture, a volte rampanti, e nei rivestimenti. L’immobile si sviluppa attorno ad una corte interna, che conserva l’originaria pavimentazione lastricata. La facciata conserva ottime tracce dell’impianto decorativo originale, con ampie finestre di cui si conservano gli infissi con i bellissimi scuri e porzioni dei timpani che le ornavano. Sul motore di ricerca Google, sez. Mappe, ovvero su Google Earth, è possibile vedere ambedue gli immobili, nello stato attuale.

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