AVERSA – Il Parlamento sta votando in questi giorni la modifica all’art. 81 della Costituzione relativa all’inserimento del principio dell’obbligo del pareggio di bilancio. Questo provvedimento estremo è dettato dalla falsa convinzione che sia il debito pubblico il vero ed unico problema del nostro Paese. Ed anche una parte dell’Europa vuol lasciarcelo credere. In realtà le politiche rigoriste di “austerity” attuate per il presunto rientro dal debito non stanno colpendo affatto gli sprechi diffusi, ma stanno solo penalizzando la necessaria spesa pubblica solidale ed il reindirizzo degli investimenti su nuovi settori strategici di sviluppo.
Insomma, il “pareggio di bilancio” fissato per Costituzione renderebbe insuperabile la stretta micidiale già imposta agli Enti Locali. Il Network per il Socialismo Europeo (associazione nazionale che raccoglie circoli e militanti impegnati per il rinnovamento e la riorganizzazione della Sinistra italiana nell’ambito del Socialismo europeo) ha deciso di provare a rompere il muro di silenzio che colpevolmente circonda le votazioni in corso nel Parlamento su di un determinante argomento del genere e rivolge un appello ai Senatori della Repubblica affinché sia salvaguardato il diritto del popolo di intervenire sulle modifiche della Costituzione. Com’è noto a tempi brevissimi il Senato sarà chiamato ad approvare in seconda lettura le modifiche all’art. 81 della Costituzione in materia di pareggio di bilancio. Si tratterà dell’ultimo passaggio previsto dall’art. 138 della Costituzione dal momento che la Camera dei Deputati ha già effettuato le due votazioni previste e il Senato ha già votato in prima lettura il 15 dicembre scorso. Le modifiche si ispirano alle dottrine dominanti in questa fase della politica europea guidata dalle destre conservatrici e neoliberiste. Qualcuno ha scritto che queste modifiche equivalgono all’abolizione per legge del fondamentale pensiero economico di Keynes. Altri hanno osservato che si tratta dell’ultimo omaggio offerto alle “idee fallite” che stanno alla base dell’attuale crisi. Non v’è dubbio che le implicazioni delle nuove norme proposte saranno molto rilevanti e ridurranno di molto le possibilità future di scelta delle politiche economiche e di sviluppo del nostro paese. Non vogliamo comunque qui entrare nella discussione di merito circa i contenuti di questi cambiamenti costituzionali, che pure stanno sollevando in altri paesi europei discussioni e confronti assai più vasti di quanto non sia colpevolmente avvenuto finora nel nostro Paese. Poniamo però ai Senatori una questione di coscienza e di democrazia. Riapprovando il nuovo articolo 81 con la maggioranza di due terzi escluderebbero la possibilità del pronunciamento del popolo attraverso il referendum confermativo. E’ ammissibile che ciò avvenga su un tema così importante? E’ ammissibile che ciò avvenga per opera di un Parlamento delegittimato dalla crisi politica e morale che sta squassando le nostre istituzioni? E’ ammissibile che i due terzi siano calcolati su assemblee parlamentari che, elette con una legge ipermaggioritaria, non rappresentano milioni di elettori che non hanno potuto far pesare il loro voto alle ultime elezioni politiche? Il Network per il Socialismo Europeo chiede dunque a tutti i Senatori che avvertano la fondatezza delle nostre osservazioni di comportarsi nel voto in modo tale da evitare la maggioranza dei due terzi per lasciare la decisione finale al popolo sovrano. Nel contempo si invitano tutti i cittadini elettori ad inviare il presente appello con la propria firma in calce ai Senatori dei propri territori. L’indirizzo e-mail per i senatori è: nome.cognome@senato.it