Più di trenta tappe, dall’undici giugno fino al nove agosto, da Qundici, nell’Avellinese a Maiano di Sessa Aurunca, al confine col Lazio, passando per Napoli, Casal di Principe, Casalnuovo, San Cipriano d’Aversa, Casapesenna, Castel Volturno e tanti altri comuni del napoletano e del casertano dove sorgono beni confiscati alla camorra. Giunge alla settima edizione il “Festival dell’Impegno Civile – Le Terre di Don Peppe Diana”, promosso dal Comitato Don Peppe Diana e da Libera coordinamento provinciale di Caserta, la prima manifestazione in Italia ad essere interamente realizzata sui beni sottratti alle mafie.Quest’anno il tema della manifestazione sarà “storie PerBene”, scelto per ricordare, in ciascuna delle tappe, storie di persone, gruppi, luoghi, esperienze, che hanno lasciato una traccia di significato e valore, incidendo sul vissuto del territorio di riferimento e/o del nostro Paese. Si ricorderanno così figure già note, come Don Peppe Diana (il 4 luglio, giorno della sua nascita, ci sarà il Don Diana Day, con la consegna del Premio Nazionale Don Diana) e Jerry Essan Masslo (a quasi venticinque anni dal suo assassinio, avvenuto il 25 agosto 1989). Ma anche storie meno conosciute, eppure non meno significative, come quelle di Antonio e Francesco Graziano, due vittime innocenti della sanguinosa faida del Vallo di Lauro, cui sarà dedicata la prima tappa del Festival, a Quindici. Storie che saranno poi riproposte anche attraverso i canali web e social di un Festival che quest’anno si dota anche di una propria app che aiuterà a seguirne, di settimana in settimana, il programma. Vagliata da un prestigioso comitato scientifico di cui fanno parte Mons. Raffaele Nogaro, il Procuratore Capo di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho, il giornalista Toni Mira, i testimoni di Giustizia Carmelina Prisco e Augusto Di Meo, la programmazione, tutt’ora in via di definizione, ai momenti ludici di musica, spettacoli teatrali, proiezioni cinematografiche e presentazioni di libri, affiancherà gli approfondimenti su temi come le nuove forme di organizzazione criminale, le ecomafie, l’antiracket, i testimoni di giustizia, il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, le nuove forme di razzismo e sfruttamento. E naturalmente si discuterà del presente e del futuro dei beni confiscati alle mafie «Stiamo vivendo un momento molto particolare, soprattutto in Campania, ma in realtà sull’intero territorio nazionale, per quanto riguarda il riutilizzo e la valorizzazione dei beni confiscati» affermano gli organizzatori della kermesse «L’Agenzia Nazionale, in attesa che venga riformata, è addirittura senza un Direttore e si prospetta un commissario. Per capire come funziona basta osservare che sul sito istituzionale gli ultimi aggiornamenti sono fermi a febbraio. In Campania abbiamo una legge regionale, che pure sarebbe uno strumento utile, approvata e mai applicata addirittura da due anni, e dall’essere una regione all’avanguardia nelle politiche di sostegno alla gestione dei beni confiscati, siamo divenuti, dal punto di vista istituzionale, una vera e propria cenerentola. Se ancora vantiamo delle eccellenze in questo settore» proseguono i promotori del Festival «è grazie al lavoro che da anni, su alcuni territori, nei beni confiscati, donne, uomini, soprattutto tanti ragazzi, stanno portando avanti con risultati straordinari. A fronte della cecità della politica, di quanti pensano che bastino le passerelle e le belle parole, rispondiamo, anche quest’anno, con una manifestazione che nasce dal basso, dalla voglia di quei gruppi, quelle associazioni, quelle cooperative che sui beni confiscati non solo continuano a portare avanti, pure tra mille difficoltà, interventi di welfare reale, ma che hanno anche determinato un modello di economia sociale capace di creare uno sviluppo sostenibile e inclusivo».
Questa settimana le prime due tappe: mercoledì a Quindici dove sarà anche inaugurato il bene confiscato Villa ex Cava, e quindi a Casalnuovo dove giovedì al Parco Gallo si affronteranno le questioni dell’antiracket e dell’antiusura.
La settimana edizione del Festival si inserisce nel solco delle manifestazioni promosse per il ventennale dell’uccisione di Don Peppe Diana, all’interno della ideazione e della programmazione della più complessiva iniziativa “Venti di cambiamenti 1994-2014” per la quale si rimanda al sito www.dongiuseppediana.com.