Nel suo recente libro Sergio Nazzaro ha rappresentanto Castel Volturno come un luogo della violenza, della disgregazione civile e sociale. Infatti, negli anni scorsi la strage dei gahnesi ed i traffici di ogni genere (da quelli della prostituzione e della droga a quelli dei veleni della camorra) hanno reso famigerata la città domiziana.
Da ieri sera si può ben dire che è cambiato lo scenario: nella sala del Consiglio Comunale – e poi nel Centro di Mary Osai – abbiamo vissuto un momento magico: come d’incanto Castel Volturno si è trasformata in una sorte di capitale del dialogo e dell’accoglienza dei migranti, del confronto interculturale ed interetnico, della pace e della solidarietà tra i popoli. Quella sala, di solito un poco cupa e tetra, si è trasformata in un centro culturale vivo, ricco di partecipazione e cittadinanza attiva, di colori e di bellezza, di musica e di canti. L’occasione è stata offerta dall’evento in omaggio a Miriam Makeba per il 5° anniversario della sua scomparsa, avvenuta proprio qui nella notte del 9 novembre 2008 a conclusione del suo ultimo concerto di solidarietà per i fratelli trucidati dalla camorra. E’ stata una vera e propria epifania, un inno per il riscatto delle nostre terre martoriate dai fuochi e dai veleni. Per la prima volta – grazie al coordinamento della rete delle piazze del sapere e al patrocinio del Comune – si sono uniti insieme per preparare e gestire questo evento le principali associazioni impegnate sul territorio del mondo del terzo settore e del volontariato (laico e cattolico). Dopo la commemorazione alla stele di Baia Verde con deposito di corone di fiori, nella sala del Consiglio Comunale si sono avute sobrie testimonianze, a partire dai saluti del commissario Antonio Contarino, del vice porefetto Luigi Palmieri. La dott.sa Annamaria Lapenna – organizzatrice della manifestazione insieme a Pasquale Iorio di Aislo – ha letto un toccante messaggio inviato dal ministro Cecile Kienge, a cui hanno fatto seguito le testimonianze del mondo dei migranti di Simon de Conceisao e Mary Osai.
Poi è iniziata la festa con la proiezione del prodotto multimediale dal titolo accattivante “W. La rivoluzione!” curato dagli studenti del Liceo Manzoni di Caserta – presenti in sala con una bella delegazione guidata dalla dirigente Scolastica Adele Vairo e da alcuni docenti. Infine, in piena coerenza con il messaggio universale della grande cantante folk, è scoppiata la festa di musiche e canti popolari, di balli antichi – come la tammorra – resi moderni con la partecipazione delle studentesse. Di particolare significato ed originalità è risultata la contaminazione di voci e ritmi eseguiti dal gruppo ‘A via ‘e Perrune con il loro repertorio popolare e tradizionale, in cui si è inserita la bella e intensa voce di Francesca Turè, che ha chiuso il concerto con la indimenticabile “Pata Pata” di Miriam Makeba, un vero e proprio innno internazionale alla pace e alla fratellanza umana. A rendere ancora più ricco il contesto vi erano due esposizioni: quella curata da Anna Cecere con gli abiti cuciti dalle ragazze immigrate della Casa di Alice e della Coop. Nuovi orizzonti e quella di libri, fiabe e prodotti multimediali curati dall’Associazione Muni Movimento, tra le più impegnate sui temi della convivenza civile e dell’infanzia. Per esprimere appieno la rilevanza anche politica della manifestazione vanno ricordate le presenze in sala della sen. Rosaria Capacchione, del segretario Fondazione Polis Paolo Miggiano, del direttore Centro Fernandes Antonio Casale, della presidentessa della pro Loco Castri Maris, del presidente Jerry Essan Masslo dott. Renato Natale, di Italiaxil Mondo Raffaele Picardi, del coordinatore della neonata Associazione Amici del Libro della Biblioteca don Milani, della Associazione La RES (con Ciro Scocca ed Anna De Vita) e di tante altre personalità del mondo della cultura (come i saggisti Alfonso Caprio e Vittorio Russo), di Susan Darboe del Centro Immigrazione CGIL provinciale e di tante altre delegazioni di migranti presenti sulla costiera domiziana. A suggellare una ritrovata armonia la festa è continuata fino a notte tarda nella sede del centro e dell’associazione dedicata proprio a Miriam Makeba, anche con esposizione di prodotti tipici e degustazione di piatti della cucina etnica. Alla luce del successo di questa manifestazione tra le associazioni promotrici è nata l’idea di dare continuità a questa sperimentazione, a partire dalle scuole (in tal senso già vi è una piena disponibilità del Liceo Manzoni e di quelle locali) per far diventare la musica popolare – a partire da quella di Miriam Makeba – un fattore culturale di coesione sociale e di educazione alla pace e alla solidasrietà tra i popoli.
Pasquale Iorio