Piedimonte Matese- “Una comunità come luogo di crescita”. Questa la strada maestra(un titolo che ne indica l’obiettivo ed il senso) tracciata dal nuovo amministrazione parrocchiale di S.Maria Maggiore, don Andrea De Vico, nel corso della cerimonia di insediamento officiata dal vescovo della diocesi Valentino Di Cerbo. Don Andrea, proveniente dalla parrocchia di villa S.Croce subentra a don Cesare Tescione nominato parroco nella cattedrale di S.Maria Assunta di Alife. Nomine che hanno fatte parte di un riordino-avvicendamento in diverse comunità del matesino e dell’alto casertano su cui si è soffermato il vescovo ed presentando il percorso pastorale del nuovo amministratore della basilica di S.M.M lodandone lo spirito di obbedienza e di servizi anche nelle parrocchie più periferiche e semplici. Riferendosi alla passione per la montagna di don Andrea lo ha sollecitato a “condurre i fedeli sulle vette che portano alla vita buona del Vangelo e della fede vissuta e testimoniata dall’incontro con Gesù”. Ma ad appassionare i fedeli(diversi fedeli delle comunità servite) è stata l’omelia di ingresso e di presentazione di don Andrea(in chiesa anche i genitori), una sorta di programma pastorale fondato sui beni relazionali della fiducia, della stima reciproca, di una maturo stile educativo degli adulto, di condivisione e comunione reale con le sorelle parrocchie e con la diocesi(“famiglia delle famiglie”).”Quelli che credono in Gesù devono essere come “lievito” nella pasta. Non dobbiamo- ha spiegato il nuovo amministratore parrocchiale- preoccuparci di “fare numero”, ma di “fare lievito”. Per questo, come esiste la rotazione dei parroci nelle parrocchie, è importante che i laici svolgano il loro servizio con la serena disponibilità a consegnare il proprio mandato, quando c’è una scadenza o una situazione che lo richiede. Se ieri facevo il catechista, e oggi mi occupo della liturgia, domani mi aspetta il tesoro più alto della carità che la Chiesa mi chiede di portare a chi è in difficoltà. E’ importante lavorare in Parrocchia mantenendo questa libertà, altrimenti facciamo lo stesso errore di chi gestisce le cose comuni come se fossero un bene privato”.Infine una sorta di appello finale: “Sono stato- ha concluso don Andrea- due anni cappellano all’Ospedale e ho notato una cosa importante da far presente adesso. Ci sono gruppi di persone e movimenti spontanei che lasciano le loro comunità e si mettono alla ricerca di santuari e altri luoghi di preghiera, spiritualità, guarigioni e apparizioni soprannaturali. E’ vero che talvolta la gente va in giro solo per curiosare, provocando la giusta reazione dei parroci. Ma è anche vero che in tanti casi si tratta di persone fragili o fragilizzate dalla vita, o perché è stato emesso un giudizio su di loro. Ci sono giudizi impietosi che disturbano le relazioni, fanno allontanare e anche ammalare le persone. La fede viene messa in gioco allo stesso titolo dei malocchi e delle fatture. Per questo, ognuno di noi deve sentirsi impegnato nel costruire una comunità dove le persone si sentano accolte come persone. Una comunità che mantiene il suo scopo di far crescere le persone, diventa per ciò stesso una comunità “terapeutica”, e le persone fragilizzate non avranno bisogno di andare a spendersi altrove, alla ricerca di improbabili risposte, ma riceveranno qui stesso l’attenzione di cui avranno bisogno.Ogni persona va amata per sé stessa, e io mi propongo di essere il prete di tutti”.A salutare Don Andrea a nome dell’intera comunità(comitati AC, Acr, gruppo di preghiera etc) il dottore Giuseppe Buon Pane. Targhe sono state consegnate dall’assessore di Piedimonte Matese Attilio Costarella, da Lino Diana a nome del comitato Immacolata e da un rappresentante della frazione di Squille,Pietro Sivo.
Michele Martuscelli