Piedimonte Matese-Un caso di.. “nomadismo didattico” . E’ quello degli studenti dell’agrario Coppola di Piedimonte Matese che oggi hanno protestato in città davanti alla sede storica inagibile dopo il sisma( in realtà lo era anche prima almeno una parte laterale poi puntellata). Sono stati sistemati dalla provincia al secondo piano del “De Franchis” dopo un anno di convivenza forzato all’industriale Caso. Perché nomadismo didattico. Il problema è costituito dal mancato uso dei laboratori per le attività pratiche ubicati presso la sede di via monte Muto(interdetta). Solo quando è buon tempo è possibile fruire delle esercitazioni pratiche nei vigneti o uliveti e quindi all’interno dei terreni dell’azienda agraria che circonda la sede storica. Insomma un andamento delle attività didattiche che è fortemente penalizzato e condizionato dalla mancata fruizione dei laboratori i presenti in via m.Muto. Ecco perché gli studenti hanno scritto in uno striscione :” non vogliamo fare più i nomadi ma una sede” affisso sul muro del cortile . Ma quando sarà recuperata la vecchia sede? Ed in che tempi? E’ quello che si chiedono e chiedono gli studenti che nelle scorse settimane hanno scritto una lettera aperta al presidente della giunta regionale ed al presidente della provincia, unitamente al corpo docente ed al personale distaccata tra l’istituto Caso dove vi sono gli uffici amministrativi e la scuola commerciale del “De Franchis” : A che punto è la procedura avviata dalla provincia, indirizzata alla regione per le risorse(il progetto non è stato approvato in giunta ndr) nell’ambito di un iter diverso da quello attivato dal sindaci per i fondi post-sisma ( la provincia ha inserito solo il palazzo ducale di cui è comproprietaria ndr) . Ed ancora hanno issato altri cartelli portati in giro venerdì scorso nel corteo di protesta del coordinamento studentesco : “ non convegni ma fatti”, “ meno parole più fatti”. Poi davanti al cancello chiuso che porta all’azienda hanno scritto” Noi vogliamo l’Itas”. Quando e come lo dovrebbero scrivere in un altro striscione “quando e come?”. Un mobilitazione che non si fermerà- annunciano- per tenere alta l’attenzione e coinvolgere anche le amministrazioni locali dai cui territori provengono gli studenti.
Michele Martuscelli
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