Oltre 1200 interventi per contrastare l’emergenza incendi. E’ il bilancio dell’estate in Campania: tra le zone piu’ colpite, le province di Salerno e Caserta, che insieme contano quasi il 50% degli incendi nella regione. Negli ultimi giorni l’allarme ha riguardato piu’ volte l’area che rientra nel Parco nazionale del Vesuvio.

“La situazione ha retto piuttosto bene fino al 15 agosto, poi le segnalazioni sono aumentate”, dichiara all’Adnkronos l’assessore alle Foreste della Regione Campania, Vito Amendolara, che a fine giugno ha messo a punto il Piano regionale di prevenzione degli incendi boschivi, in sinergia con gli sforzi dei Vigili del fuoco e del Corpo forestale dello Stato. Il Piano e’ stato rivisto di recente proprio per far fronte a quella che Amendolara ha definito “un’emergenza nell’emergenza”: “Abbiamo messo a punto un rapporto con 500 imprese agricole, che ci stanno supportando con le segnalazioni tramite i telefonini in collegamento con la Forestale – spiega l’assessore – e in piu’ abbiamo risistemato le forze nelle due aree sensibili del Salernitano e del Casertano”. Ma non solo: “Abbiamo a disposizione due elicotteri in piu’, oltre agli otto gia’ a disposizione. Si tratta di elicotteri che volano a bassa quota con delle telecamere incorporate, che svolgeranno un’attivita’ di intelligence sperando di beccare qualche delinquente”, aggiunge Amendolara. Per fronteggiare l’emergenza e’ stato richiesto l’aiuto di tutti i 3500 uomini a disposizione sul territorio: “Abbiamo ulteriormente attivato tutti quei forestali che non sono adibiti all’antincendio ma sono comunque presenti sul territorio, fanno un presidio costante con le camionette e tappezzano il territorio in aggiunta all’attivita’ che svolgono i due elicotteri”, prosegue Amendolara, che sottolinea come siano gia’ state elevate circa 60 sanzioni. Dall’assessore parte anche un appello agli amministratori comunali, affinche’ laddove ci sono centri di Protezione civile, questi cerchino di raccordarsi con il Corpo forestale per un monitoraggio a tutto campo: “L’invito e’ stato necessario perche’ ognuno cercava di gestire la partita a modo suo, com’e’ anche giusto. Ma davanti a questa emergenza nell’emergenza bisogna mettere a punto raccordi piu’ efficienti dal punto di vista logistico”, spiega Amendolara, che aggiunge: “Quando avremo tirato le somme della campagna, uno dei punti da realizzare e’ il catasto degli incendi. Pochi lo sanno, probabilmente anche gli stessi piromani, che un’area colpita da incendio, opportunamente accatastata, per 10 anni e’ inutilizzabile per qualsiasi cosa, costruzione o anche rimboschimento”. L’assessore regionale all’Agricoltura e alle Foreste lancia un appello: “I nostri 453mila ettari di boschi non sono della Regione, ma di ogni singolo cittadino campano. L’invito e’ a loro affinche’ collaborino in maniera proattiva, segnalando incendi alla Forestale o tramite il nostro numero verde ai vigili del fuoco. Con il loro aiuto, oltre a quello dei nostri oltre 3mila uomini, avremo chiuso le maglie ai delinquenti”. Nel periodo da ferragosto in poi, l’attivita’ dei piromani si e’ concentrata in particolar modo nell’area del Parco nazionale del Vesuvio. “Dopo 3 anni tranquilli, purtroppo c’e’ stata questa ripresa”, commenta all’Adnkronos il presidente del Parco nazionale del Vesuvio, Ugo Leone, secondo cui “gli incendi non si spengono, si prevengono. L’intervento degli elicotteri e dei canadair, il cui compito e’ di bagnare l’area intorno al fuoco, e’ assolutamente inutile. L’intervento dopo 30-40 minuti permette solo di circoscrivere l’area, quando si e’ favoriti dalla calma del vento”. Un’attivita’ di prevenzione che, secondo Leone, “si sarebbe potuta svolgere utilizzando una cinquantina di ex Lsu, soci di una cooperativa messa in liquidazione. Sono una parte dei 180 Lsu che utilizzammo nel periodo 1993-1997 come squadre di prevenzione e avvistamento, e che ora hanno un contenzioso aperto. Se avessimo potuto, con il loro aiuto avremmo avuto un numero limitatissimo di incendi e avremmo dato una soluzione, seppur parziale e momentanea, ai problemi di questi lavoratori. Abbiamo chiesto 400mila euro alla Regione ma non abbiamo avuto risposta. Mi chiedo piuttosto in termini economici quanto e’ costato aver utilizzato Canadair ed elicotteri della Protezione civile, e la perdita di capitale-natura, decine di ettari di macchia mediterranea che si poteva salvare investendo in precedenza piuttosto che fare ‘politiche del rattoppo’”.

 

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