Ecco il testo integrale del documento inviato dalla Cgil Funzione pubblica di Caserta Al direttore Generale ASL Caserta Paolo Menduni e al direttore Sanitario ASL CE Gaetano Danzi. Il documento è stato sottoscritto da S. Anastasi, CGIL Medici ASL CE, e da F. Di Lucia, CGIL – FP ASL Caserta.

“L’assemblea generale dei lavoratori della Salute Mentale svoltasi ad Aversa il 23 marzo 2012 esprime viva preoccupazione per la situazione dell’assistenza nel DSM di Caserta. A circa due anni dall’unificazione delle due ASL della Provincia e dalla formale costituzione di un unico Dipartimento di Salute Mentale risultano ancora irrisolti i problemi inerenti l’integrazione dell’organizzazione del lavoro e delle pratiche di cura precedentemente in essere. La presa in carico del bisogno più o meno complesso dell’utente e del suo sistema familiare, intesa come stile privilegiato dell’agire nella comunità delle singole articolazioni territoriali del DSM, è svolta secondo stili e prassi diverse, con disomogeneità evidenti nell’offerta di servizi. In particolare non è ancora oggetto di discussione l’operatività dei CSM, attualmente divaricata tra CSM aperti sulle 24 ore sette giorni su sette con offerta di accoglienza notturna agli utenti e CSM aperti solo nelle 12 ore diurne per sei giorni la settimana. Si esprime in tal senso preoccupazione per il rischio che siano le condizioni esterne, quali il progressivo depauperamento di personale, a determinare una scelta organizzativa piuttosto che valutazioni di merito circa i modelli assistenziali. In questa situazione si denota comunque l’assenza di progettualità e il ricorso a scelte estemporanee, quali il mantenimento di un doppio CSM presso una singola UOSM (S.Cipriano -Villa di Briano) o la paventata chiusura della UOSM di Teano che serve un territorio tra i più vasti e geograficamente impegnativi della ASL. Anche la situazione riguardante il modello dei budget di salute appare preoccupante: un modello sicuramente efficace, teso a favorire la cura nei luoghi di vita attraverso l’integrazione delle prestazioni sociali e sanitarie secondo progettualità condivise con gli utenti e tendenti al potenziamento delle competenze sociali, abitative e lavorative delle fragilità, corre il rischio concreto di essere soppiantato da un modello centrato sulla residenzialità ad alta assistenza sanitaria e sulla standardizzazione impersonale dei percorsi di cura, con relativo incremento di costi e drenaggio di risorse economiche ed umane. Ulteriori criticità sono rilevabili nella condizione dell’assistenza ospedaliera, sia per quanto attiene il numero che la distribuzione dei Posti Letto, nonché nel modello di gestione dell’emergenza, anch’esso divergente e disomogeneo sul territorio, con scarsa integrazione con il 118 e le altre agenzie che intervengono su situazioni critiche, e differenti modelli di intervento notturno e festivo presso i P.S. La gestione del personale e della macchina organizzativa rappresenta l’ultimo degli elementi di crisi del DSM. Nella maggior parte delle UOSM si assiste a nomine incongrue e fantasiose, non guidate da criteri e modalità trasparenti, si privilegiano spostamenti di unità infermieristiche che non sembrano tener conto di una adeguata cornice organizzativa, si destrutturano esperienze consolidate di tipo tecnico amministrativo senza che sia avvenuta una preventiva discussione, non risultano attivati gli organismi dipartimentali. Pertanto, si sollecita un tavolo di confronto che articoli una proposta complessiva per la Salute Mentale della provincia di Caserta, attraverso il contributo di tutti i soggetti sindacali, operatori utenti e famiglie. Si sollecita, inoltre la regolare attivazione degli organismi previsti dal Progetto Obiettivo e s.m.i”.

 

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