Energia pulita su un terreno sottratto alla camorra. Diventerà realtà attraverso la costruzione di un impianto di biogas a Santa Maria la Fossa nel Casertano, paese che fino a qualche anno fa rientrava nel territorio di competenza della famiglia Schiavone. L’impianto, che diverrà operativo entro l’estate 2015, sorgerà su un sito simbolo dell’emergenza fatta di camorra e inquinamento ambientale, quello di Ferrandelle, confiscato a Francesco Schiavone “Cicciariello”, cugino di Sandokan, e su cui nel 2008 sorse tra le contestazioni della popolazione un sito di stoccaggio di rifiuti finito poi nel mirino della magistratura per la gestione da parte del Commissariato all’emergenza. Proprio la nascita dell’invaso bloccò il progetto originario del Consorzio Agrorinasce – ente formato da sei Comuni casertani che gestisce numerosi beni confiscati – che prevedeva la realizzazione della “Fattoria dei Prodotti tipici” su una parte del terreno adiacente al sito di stoccaggio; per il piano erano già stati spesi 400mila euro. Dopo lo stop, sempre nel 2008, Agrorinasce, d’intesa con il Ministero dell’Interno, individuò una diversa destinazione d’uso dell’area, che in breve diverrà sede del “Centro di documentazione ed educazione ambientale”, di un’isola ecologica e di un impianto di produzione di energia da fonte rinnovabile di biogas; opere che tengono conto della vocazione agricola della zona, con ben 72 allevamenti bufalini presenti. I lavori, aggiudicati ad aprile 2013 con un bando di project financing a un’azienda padovana, sono costati 9 milioni di euro; si tratta di fondi stanziati nell’ambito del Pon Sicurezza 2007-2013. Entro febbraio 2015 verrà inaugurato il centro di documentazione e l’isola ecologica mentre l’impianto sarà ultimato nei mesi successivi. “Questo progetto – spiega Giovanni Allucci, amministratore delegato di Agrorinasce – rappresenta il più importante investimento di energia pulita su un bene confiscato alla camorra, che porterà importanti benefici anche da un punto di vista ambientale a tutta la comunità del territorio grazie all’abbattimento dei nitrati presenti nei reflui zootecnici che verranno conferiti nell’impianto”.

 

 

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