SAN NICOLA LA STRADA – Nell’ambito della prima edizione della rassegna estiva di arte e cultura denominata “Oggidomani”, è andata in scena ieri sera, con inizio alle ore 21.00, presso l’arena comunale “Ferdinando II”, il testo teatrale della Compagnia teatrale “Fracorne” dal titolo “E’ asciuto pazzo ‘o parrucchiano”, due atti comici di Gaetano Di Maio, con la rielaborazione e la regia di Franco Acconcia.

Il ricavato della serata è stato consegnato alla Fondazione “Le Quattro Stelle”, che si propone di perpetuare il ricordo di Emanuela, Gigi, Gianluca e Paolino, le quattro giovanissime vittime casertane dell’incidente stradale di Buccino del 9 novembre 2008. La commedia si è snodata tra battute, incomprensioni, gag comiche, fraintesi, colpi di scena che hanno scatenato l’ilarità degli spettatori. Un cast di attori, che potrebbero reggere bene il confronto con gli attori professionisti ben più affermati, ha retto bene il testo e la durata e ha dato il massimo, confermato dalle sonore risate del pubblico, dagli apprezzamenti tra le poltrone e dagli applausi spontanei e briosi. La storia, che forse non a tutti è sconosciuta, tratta di un paese dal nome Pietrascura. È il tipico sito contadino, dove credenze popolari e misticismi sincretizzati di superstizioni e religione fanno della gente una bandiera al vento della parola più forte. Tutto si svolge nella casa del parroco don Sandro, della sua perpetua donna Rosa e dell’esilarante sacrestano Modestino. La perpetua che non manca di dire la sua su ogni problema verificatosi e il sacrestano spumeggiante Zanni della vicenda, ruotano intorno al parroco del paesino, che vuole ad ogni costo che ogni scaramuccia si possa risolvere, ai fini del consolidamento della fede popolare. È per questo che opera in sotterfugi ingenui e ricorre a mezzucci non sempre condivisi da chi auspica a salire in vetta alle gerarchie paesane. Il sindaco, l’assessore la cui moglie è sulle bocche di molti e un avvocato mangione, sembrano non discostarsi troppo dagli esempi odierni di una politica spesso dalla parte del più prestigioso. Una baronessa, con la sua famiglia a seguito, il cui figlio è alle prese di un corteggiamento alla maestrina del paese, con cui da alla luce un bambino illegittimo; e dall’altra parte la legittima promessa sposa. Tutto coordinato da rapporti contrastanti e mezze verità spesso risolte dall’abilità ad occhio lungo della perpetua donna Rosa. Tutto si viene a sapere con una finta pazzia del sacerdote e ogni cosa torna al suo posto, sempre per intercessione di una Madonna adorata all’edicola solo quando pare urgente il caso, ma è pur sempre la sapiente ingenuità dei due “servi”, così come vuole la commedia, a tirare le sorti nel finale.

 

Nunzio De Pinto

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