CASERTA – Oggi, 1 luglio, presso la Cgil di Caserta, in via Verdi, si è svolta  la conferenza stampa di presentazione dei campi antimafia “Terra di lavoro e dignità 2013”. Le associazioni: Nero e non solo! O.n.l.u.s. Arci, CGIL, Flai Spi CGIL di Caserta, e lo Spi del Veneto, in collaborazione con  “Estate liberi”, promuovono all’interno di un programma di campi nazionali, sei campi di lavoro tra luglio ed agosto sui terreni confiscati alla camorra in località Meta e Mandroni, nel comune di Santa Maria La Fossa, e assegnati da Agrorinasce, in particolare, all’Associazione Nero e non solo! O.nl.u.s.

Già il 7 luglio 2011, l’Associazione ha ottenuto in affidamento da Agrorinasce un terreno di cinque ettari sito nel Comune di Santa Maria La Fossa confiscato alla camorra, sul quale sarà realizzata una fattoria didattica all’interno della quale avviare produzioni ecosostenibili, attività didattiche, di formazione e di socializzazione, con particolare attenzione per i lavoratori immigrati impegnati nei campi della provincia di Caserta in condizioni di sfruttamento e di ricatto sociale.

 

I campi e i laboratori antimafia si legano in modo indissolubile ai terreni confiscati alla criminalità organizzata  sono la naturale conseguenza della filosofia della confisca: restituire i beni alla comunità renderli vivi animarli per azioni di democrazia e giustizia sociale.

Quest’anno i campi sono dedicati in particolare al politico siciliano Pio La Torre, ucciso dalla mafia 30 anni fa. Ai Campi di lavoro partecipano giovani di tutta Italia e  accoglieranno, alternati nei vari turni,  oltre 700 volontari che contribuiranno al  lavoro quotidiano dei soci della cooperativa  siciliana ‘Lavoro e non solo’,  del consorzio calabrese ‘Terre del Sole’, dell’associazione campana ‘Nero e Non Solo’ e della cooperativa ‘Libere terre di Puglia’. In occasione dei campi saranno promosse attività  di animazione e sensibilizzazione del territorio, fondamentale per contrastare le mafie. I campi vedranno il coinvolgimento di due territori della nostra provincia: in particolare Parete e S. Maria La Fossa. Molte attività saranno svolte presso una villa confiscata in Parete mentre i campi si trovano a S.Maria la Fossa. I campi e i laboratori antimafia si legano in modo indissolubile ai terreni confiscati alla criminalità organizzata; essi sono la naturale conseguenza della filosofia della confisca: restituire i beni alla comunità, renderli vivi, animarli per azioni di democrazia e giustizia sociale. I luoghi, un tempo simbolo del potere mafioso, non solo divengono liberi e produttivi, ma sono abitati – attraverso l’esperienza dei campi- da centinaia di giovani (e non solo) per quasi tutto l’anno. Momenti di impegno e di formazione per costruire società.

L’intuizione di Pio La Torre, pagata con il sacrificio della vita, e la legge di iniziativa popolare, supportata da un milione di firme di cittadine e di cittadini, divenuta la “109/96”, sono strumenti ancora oggi profetici. Hanno cambiato il modo di lottare contro le mafie: sottrarre a queste organizzazioni criminali il patrimonio accumulato illecitamente è importante perché combatte la ragione stessa della loro origine e azione.

Restituire i beni alla collettività significa allargare la responsabilità. Ma ciascuno deve fare la sua parte: per evitare l’isolamento di chi gestisce i beni e proteggere le terre e le abitazioni.

Con l’organizzazione dei campi si intende restare sulle strade di Pio La Torre e di tutte quelle donne e quegli uomini che non sono rimasti indifferenti. La modalità è quella del favorire la partecipazione, poiché essere attivi e responsabili oggi, con convinzione, ovvero, migliorando il presente, assicuriamo il futuro.

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