Al via i test di ingresso nelle universita’ pubbliche per i corsi di laurea ad accesso programmato: domani si inizia con Medicina e Chirurgia, e Odontoiatria, per poi proseguire nei giorni successivi con Architettura, Veterinaria e Professioni sanitarie.
Ma quanto costera’ agli studenti italiani tentare la sorte con le crocette? Lo rivela una ricerca di Skuola.net. ”Calcolando gli aspiranti medici e dentisti – si legge nell’indagine -, circa 80.000 attesi sui banchi domani, si stima che nelle casse del sistema universitario italiano si riverseranno circa 4.5 milioni di euro. La stima si ottiene considerando il costo medio per il test, pari a 55 euro negli atenei pubblici. Solo 10.132, cioe’ uno su otto, potranno mettere a frutto questo investimento. L’ateneo piu’ economico e’ l’Universita’ di Padova, con soli 27 euro, mentre quello piu’ caro e’ l’Universita’ del Molise che ne chiede 120. Non mancano le stranezze: le due universita’ di Napoli, sebbene afferenti alla stessa graduatoria, costano agli studenti un prezzo diverso, 50 o 100 euro”. In proporzione alle spese sostenute, prosegue Skuola.net, ”sicuramente il margine di guadagno per le disastrate casse degli atenei e’ interessante, se si paragona quanto chiesto agli studenti per iscriversi al test con una retta universitaria, che si aggira sui 1.000 euro pro capite come ordine di grandezza. Non a caso alcune associazioni studentesche sospettano che dietro all’aumento dei corsi a numero chiuso ci sia una precisa esigenza di natura economica”. Se lo sbarramento e’ obbligatorio per i corsi ad accesso programmato a livello nazionale, rileva l’indagine, ”per tutti gli altri si tratta di una scelta discrezionale a livello locale. Si stima che nelle sole universita’ statali i corsi con sbarramento quest’anno siano circa la meta’ dei totali. Cosi’, per non perdere l’anno, aumenta il numero di coloro che decidono di iscriversi a piu’ di una prova di ammissione per avere maggiori probabilita’ di successo: secondo un sondaggio di Skuola.net, circa il 60% degli studenti che sosterranno le prove di ingresso per i corsi a numero chiuso sono iscritti ad almeno due prove di ammissione. Uno su cinque addirittura ha dichiarato di essersi prenotato per tre o piu’ test. Spesso infatti le alternative sono corsi di laurea che hanno alcuni esami in comune con quello desiderato, cosi’ da poter ritentare la sorte l’anno successivo con qualche credito formativo gia’ in cascina. Oppure si sfrutta la differente calendarizzazione dei test per l’accesso a corsi omologhi in atenei privati e pubblici”.