“Il cambiamento comincia sempre nella coscienza di ognuno di noi e si concretizza nei nostri comportamenti”, queste parole di Don Ciotti ci portano a fare delle riflessioni su come si continui, sui nostri territori, a sperperare denaro pubblico dimenticando che la tutela dei diritti e del bene comune sono il punto cardine di una convivenza civile e democratica. E se il valore della legalità resta ancora il principio da cui nascono le regole dell’appartenenza e della corresponsabilità, non possiamo che esser critici rispetto al progetto chiamato “I sei casali”. Un progetto finanziato con fondi europei attraverso un bando regionale, misura 1.9 dell’Assessorato al Turismo e dei Beni Culturali. Un finanziamento di ben 300.000 euro finalizzato alla ristrutturazione della Fontana di S. Marzano e alla realizzazione di eventi culturali destinati alla promozione del turismo sul territorio e alla valorizzazione di beni culturali locali. Peccato che queste manifestazioni, ignorate dal maggior numero di cittadini della Valle, siano state realizzate in pieno inverno ed in luoghi aperti, con un risultato da ascrivere alle pagine buie degli eventi culturali. Le stesse visite guidate rinviate per avversità climatiche portano a chiederci se mai qualcuno, tra i redattori del progetto, avesse avuto una benché minima conoscenza dell’ubicazione della suddetta Fontana. A gennaio anche a San Felice a Cancello, purtroppo, si è in inverno. Ricapitolando, media spettatori qualche decina a serata, visite guidate annullate, turisti sul territorio (previsti in gran numero) totalmente assenti, ricaduta economica per il paese pari allo zero. Possibile che in un momento di grave recessione economica la nostra regione e le nostre amministrazioni ancora continuino nella non oculatezza delle spese? Possiamo ancora permettere che mentre si tagliano fondi per i disabili e per la sanità, i nostri amministratori utilizzino ben 200.000 euro per manifestazioni con un cartellone artistico di comprovata modestia? E’ vero che i fondi sono europei e che possono esser spesi solo per quelle misure, ma è pur vero che esser cittadini e amministratori responsabili vuol dire non utilizzare le casse europee come la fu “Cassa del Mezzogiorno”. Queste riflessioni sono per noi doverose perché, in fondo, pensiamo che il territorio abbia veramente perso una grande opportunità per favorire non tanto il flusso turistico, quanto una crescita culturale e identitaria degli stessi cittadini dell’intera Valle di Suessola. Per un territorio come il nostro, dove gli spazi pubblici sono quasi inesistenti e i momenti di aggregazione e di vera relazione sociale sono ben pochi, queste manifestazioni andrebbero tarate sulla la ricchezza dei legami di identità e di appartenenza con il contesto in cui si vive e, sempre e comunque, nell’ottica della legalità e della trasparenza.
Presidio di Libera Valle di Suessola