”Mussolini non fece uccidere Pio XI. Non e’ verosimile”. Lo rivela lo storico gesuita padre Giovanni Sale, redattore della “Civilta’ Cattolica”, a Bruno Bartoloni, giornalista vaticanista per 45 anni dell’Agence France Presse e collaboratore del “Corriere della Sera”, nel libro “Le orecchie del Vaticano” (Mauro Pagliai, pp. 256, euro 12). Dall’Archivio Segreto Vaticano, aperto dal 2006 alla consultazione per tutti i documenti dell’arco del pontificato di papa Ratti (dal 1922 al 1939), non emergono prove della tesi dell’omicidio politico del pontefice sostenuta dal cardinale francese Eugene Tisserant nelle proprie memorie.
Nelle sue indagini lo scrittore, gia’ autore con Baudouin Bollaert del fortunato volume “Le roman du Vatican secret”, porta alla luce una quantita’ di fatti e curiosita’ inediti che coinvolgono la Santa Sede: nel 1943 Giovanni Battista Montini, il futuro papa Paolo VI, era a conoscenza della tragedia dell’Olocausto; ai tempi di Pio XII le derrate alimentari si custodivano sotto la cappella Sistina. “Le orecchie del Vaticano” e’ un romanzo di famiglia e un libro di memorie, allo stesso tempo dossier politico e storico che copre l’arco di due secoli tra la Germania e il Vaticano, dai primi dell’Ottocento fino al pontificato di Benedetto XVI. Tra i singolari episodi riportati la vicenda (sempre taciuta) di un parroco romano implicato nella tratta delle bianche.