Amedeo Lia, uno dei piu’ grandi mecenati e collezionisti d’arte italiani, e’ morto ieri sera alla Spezia all’eta’ di 99 anni. Nel 1996 dono’ al Comune di La Spezia la sua raccolta di circa 1.200 opere di grande varieta’, dall’epoca classica, al tardo antico, al Medioevo e per finire al XVIII secolo, che hanno dato luogo al Museo Amedeo Lia – Museo Civico di arte antica, medioevale e moderna.
Sono conservati dipinti, miniature, sculture in bronzo, rame, avorio, legno, vetri, maioliche, oggetti d’arte che documentano il gusto e la cultura dell’arte in Italia e in Europa. Nella collezione i cosiddetti ”primitivi” sono una vera gemma, con oltre settanta tavole di Pietro Lorenzetti, Bernardo Daddi, Lippo Memmi, Lippo di Benivieni, Lorenzo di Bicci, Barnaba da Modena, Paolo di Giovanni Fei, il Sassetta; inoltre molte tempere e tele fra cui Vincenzo Foppa, Antonio Vivarini, il Bergognone, un probabile Raffaello giovane, Pontormo, Tiziano, Tintoretto, Sebastiano del Piombo, Giovanni Cariani, Gentile e Giovanni Bellini, Bernardo Bellotto, Canaletto. Amedeo Lia, nato a Presicce nel 1913, in provincia di Lecce, che viveva a La Spezia dal 1949, inizio’ ad acquistare dipinti ed oggetti d’arte nel secondo dopoguerra. Collezionista d’eccezione, ha prediletto nel suo percorso di ricerche alcune tipologie artistiche e determinati momenti storici: i fondi oro, le tavole dei cosiddetti ”primitivi” hanno rappresentato la sua vera passione e costituiscono a tutt’oggi il capitolo principale del percorso museale. Il critico d’arte Federico Zeri, da sempre vicino ad Amedeo Lia, considerava la collezione spezzina fra le piu’ prestigiose raccolte europee e mondiali, proprio in virtu’ della altissima qualita’ delle tavole due, tre e quattrocentesche. Amedeo Lia era un ingegnere ex ufficiale della Marina e in seguito a La Spezia intraprese l’attivita’ di industriale, fondando l’azienda Ifen (Industria Forniture Elettriche Navali) e contemporaneamente coltivando la sua passione di collezionista d’arte ma anche di automobili e motori.