Alla presenza del presidente del governatorato card. Giuseppe Bertello pochi minuti prima delle 17 è stato tolto il velo che copriva i personaggi del presepe di piazza San Pietro, che quest’anno è stato donato dalla diocesi e della città di Napoli. Hanno partecipato alla piccola cerimonia, introdotta tra l’altro dal canto di “O Sole mio” eseguito dalla banda della Gendarmeria vaticana, il vicario episcopale di Napoli mons. Salvatore Esposito in rappresentanza dell’arcivescovo Crescenzio Sepe, e alcuni rappresentanti della municipalità di Napoli. Presente anche il maestro Antonio Cantone, al quale si deve la realizzazione della Natività. Mons. Esposito, come anche il vicedirettore per gli accrediti della sala stampa vaticana Angelo Scelzo, hanno riflettuto sul legame tra il Cristo nato povero e le periferie del nostro mondo.
Il card. Bertello ha ricordato che è “una tradizione per i romani e per molti pellegrini venire ad assistere a questo momento pieno di gioia e di speranza” e che quando san Francesco ha fatto il primo presepe a Greccio, il cronista diceva che questo “onora la semplicità, esalta la povertà e esprime l’umiltà”. Il nuovo direttore dei servizi tecnici del Governatorato, Rafael Garcia Serrana de Villalobos, ha lodato la “professionalità delle maestranze” vaticane che hanno contribuito alla realizzazione e ha raccontato un aneddoto: alcuni giorni fa papa Francesco ha inviato un panettone di otto chili per gli operai che allestivano il presepe in piazza, che lo hanno consumato in una pausa del lavoro, con grande soddisfazione e gioia. “Si vede – ha commentato Serrano – che il Papa apprezza i lavori delle maestranze e degli operai, un lavoro che rimane nascosto”.