Dal 2006 al 2010 in 15 citta’ metropolitane Comuni (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Trieste, Venezia) sono stati incassati tra i 7 e gli 8 miliardi di euro. E’ quanto emerge da una indagine condotta dalla Fondazione Luigi Guccione in collaborazione con l’Istituto Internazionale per il Consumo e l’Ambiente. Dall’indagine che sara’ presentata giovedi’ a Roma emerge inoltre che non sempre i comuni hanno impiegato come stabilisce la legge (art.208 del Codice della strada).

La capitale, per esempio ha investito in rinnovamento della segnaletica stradale solo il 2 per cento tra il 2007 e il 2010 contro il 12,50 per cento che avrebbe invece dovuto destinare, ma ha eccelso per la percentuale destinata alla manutenzione stradale con il 19 per cento contro il 12,50.Dal 2006 al 2010 quindici comuni metropolitani (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano,Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Trieste, Venezia) hanno incassato tra i 7 e gli 8 miliardi di euro grazie alle multe. E’ quanto emerge da un lavoro di monitoraggio che ha consentito di accertare quante sono le multe comminate in ciascuno anno dell’indagine e quanto l’ammontare incassato dalle singole citta’. L’indagine e’ stata condotta dalla Fondazione Luigi Guccione e dall’Istituto Internazionale per il Consumo e l’Ambiente i quali hanno chiesto i dati dei proventi delle contravvenzioni (articolo 208 del Codice della Strada) negli anni dal 2006 al 2010 alle 15 citta’ metropolitane. Ad oggi – informano – solo la citta’ di Firenze non ha fornito risposte. Gli introiti delle multe per legge devono essere destinati, ciascuna voce per una percentuale del 12,50 del 50 per cento del totale, alla manutenzione stradale, alla segnaletica stradale, a interventi a favore delle utenze deboli, educazione stradale, controlli, ecc. Dall’indagine, che sara’ presentata giovedi’ 16 febbraio nella Sala delle Colonne della Camera dei Deputati, emerge che non sempre questi soldi vengono usati appieno per il loro scopo e soprattutto non si rilevano sempre vantaggi sul piano della sicurezza stradale. La capitale, per esempio, ha incassato tra il 2007 e il 2010 un miliardo di euro ma ha impiegato solo il 2%, contro il 12,50% previsto per legge, per il rinnovamento della segnaletica stradale; ha utilizzato invece di piu’ del 12,50% previsto per legge, arrivando a destinare il 19% (sempre del 50% del totale delle entrate) per la manutenzione stradale. Sempre a Roma se tra il 2006 e il 2008 la mortalita’ sulle strade era diminuita rispetto agli anni precedenti del 18%, tra il 2008 e il 2010 e’ diminuita molto meno arrivando solo al 4 per cento. ”Questi dati – ha detto Luigi Guccione – dimostrano che l’art.208 del Codice della strada ha un impianto troppo rigido e va cambiato. Innanzitutto le percentuali vanno diversificate perche’ un comune e’ diverso dall’altro, la ripartizione del fondo non deve essere fatto in maniera burocratica, come avviene oggi ma in base ad una programmazione piu’ puntuale degli interventi.”Secondo Guccione serve creare un organismo di garanzia esterno che abbia un compito di controllo. Servirebbe infine che quanti sono scampati a incidenti stradali possano contare su un finanziamento. La Fondazione Guccione chiedera’ che, per esempio, sia loro destinata una parte dei 400 milioni che ogni anno entrano nelle casse del ministero dei Trasporti grazie alla multe fatte da carabinieri, polstrada e guardia di Finanza. Hanno anche chiesto al ministero della Salute di potere conoscere come dall’86 ad oggi abbia impiegato i circa 2 miliardi di euro che intasca grazie al contributo sanitario della RC auto. Una percentuale – afferma Guccione – potrebbe essere impiegata a favore delle vittime scampate agli incidenti. senza con cio’ mettere in dubbio il buon operato del ministero”.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui