E’ una donna minuta, sempre impeccabilmente avvolta in tailleur e foulard e con la messa in piega d’ordinanza, ma nasconde un carattere di ferro, che l’ha portata, gradino dopo gradino, fino al direttorio della Banca d’Italia, di cui è vicedirettore generale dal 2009 e ora al settimo piano di Viale Mazzini. Anna Maria Tarantola, la cui nomina a presidente Rai è stata ratificata oggi dalla Commissione di Vigilanza Rai, lascerà ora le ovattate stanze di Palazzo Koch, dove ha trascorso praticamente tutta la sua vita professionale, per approdare in quelle piene di insidie della tv pubblica. L’indicazione del suo nome era arrivata a sorpresa dal governo l’8 giugno come una sorta di coniglio uscito dal cappello al termine di una lunga impasse.

Al contrario si era parlato di lei sia come possibile governatore al posto di Mario Draghi che come sottosegretario al Tesoro nel governo Monti. Il suo futuro, invece, sarà a sorpresa nella tv, dove porta non solo le sue conoscenze economiche con lo scopo di far quadrare i conti ma anche un certo piglio, sicuramente utile per respingere attacchi e pressioni da parte della politica. Politica nelle cui maglie era rimasta incastrata fino ad oggi la sua nomina, ratificata solo due giorni fa dal nuovo Cda della Rai, con l’astensione di Antonio Verro. In quella occasione Tarantola aveva deciso di non partecipare alla riunione, assenza giustificata al telefono al consigliere anziano Guglielmo Rositani per “garbo istituzionale e rispetto verso il consiglio, per lasciare allo stesso la libertà di voto”. Tanto per dare subito un segnale di stile. Nata a Casalpusterlengo (Lodi) il 3 febbraio 1945, Anna Maria Tarantola – che è il terzo presidente Rai donna, dopo Letizia Moratti e Lucia Annunziata – è sposata e ha due figlie. Nota è la sua profonda attenzione per i problemi delle donne, in particolare per coloro che avendo scelto di puntare anche sulla carriera professionale, fanno fatica a fare i conti con il carico domestico di casa e figli, ma anche con i pregiudizi ancora presenti sul mondo del lavoro: “Una donna – ha detto recentemente – ha come potenzialità la maternità, ma anche quella di esprimere l’intelletto. Perché allora dev’essere messa di fronte alla necessità di dover scegliere, anziché fare entrambe le cose?”. Lei, certamente, non ha dovuto scegliere. Nel 1969 si laurea in Economia e Commercio all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (dove ha anche insegnato) con una tesi dal titolo ‘Teorie neoclassiche e Keynesiane di fronte ai problemi monetari internazionali’ e prosegue gli studi come ricercatore presso la London School of Economics per il conseguimento del titolo di Master of Philosophy in Economics. Del 1971 è l’ingresso a Palazzo Koch, assunta all’Ufficio Vigilanza I della Sede di Milano. Nominata nel 1996 Direttore della Succursale di Varese, nel 1998 è alla Sede di Milano come titolare della Direzione Intermedia di Vigilanza-Cambi. Dal 2002 al settembre 2005 è direttore della Filiale di Brescia; successivamente, della Sede di Bologna. Nell’aprile 2006 è nominata Funzionario generale preposto all’Area Bilancio e controllo con la qualifica di Ragioniere generale; nel febbraio 2007 assume la carica di Funzionario generale preposto all’Area Vigilanza bancaria e finanziaria, mantenendo ad interim la sovrintendenza dell’Area Bilancio e controllo fino al luglio 2008. E nel corso della carriera ha espletato numerosi incarichi sia in Italia sia all’estero, rappresentando la Banca in diversi comitati come il Banking Supervision Committee, il Comitato di Sicurezza Finanziaria, il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.

 

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