Si segue la pista del racket per far luce sull’incendio che nella serata di ieri ha distrutto un’ampia parte di un centro per la rottamazione delle auto che si trova nel territorio del comune di Atripalda, a ridosso della Variante 7 bis. L’incendio, accompagnato da esplosioni, ha prodotto una nube altissima che ha destato panico e preoccupazioni tra i residenti nella zona di via Giacchi, dove si trova il Centro ecologico rottamazione veicoli, gestito da una famiglia di imprenditori di Atripalda. Si attende la relazione dei tecnici dell’Arpac per valutare gli eventuali danni da inquinamento prodotti dall’incendio. A scopo precauzionale, il sindaco di Atripalda, Paolo Spagnuolo, con una ordinanza ha vietato l’utilizzo alimentare di frutta e verdura provenienti dai terreni ricadenti nel territorio del comune. Le fiamme, che hanno distrutto 200 auto destinate alla rottamazione, sono state domate soltanto alle prime ore di stamane dai Vigili del Fuoco di Avellino, con i quali hanno lavorato anche quelli delle sedi provinciali distaccate e tre autobotti provenienti dal comando di Benevento. L’incendio sarebbe state appiccato alle spalle della zona dell’autoparco che confina con un’area boschiva disabitata. La Procura di Avellino, che ha disposto il sequestro dell’area, ha ascoltato una decina di persone, tra residenti e dipendenti dell’azienda, e in mattinata ha partecipato ad un incontro, promosso dal Prefetto di Avellino, Carlo Sessa, in cui, insieme al Comandante provinciale dei Carabinieri, Antonio Di Pietro, e al Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, Alessio Barbarulo, è stato fatto il punto sulla situazione. Il titolare dell’azienda, ascoltato dagli investigatori, ha negato di aver ricevuto minacce o richieste estorsive.