Si aprirà domani mattina a Avellino, davanti al giudice Pasquale Russolillo, il processo civile relativo alla richiesta di risarcimento avanzata da una parte dei familiari delle 40 vittime dell’incidente avvenuto il 28 luglio 2013 sul viadotto Acqualonga della autostrada A16 dove un pullman turistico precipitò nella scarpata dopo aver sfondato il guard rail. Per il consistente numero delle parti lese il processo si terrà nella grande aula dove si svolgono solitamente i dibattimenti della Corte di Assise. Come hanno spiegato alcuni avvocati, nel procedimento confluiscono due diversi filoni: l’azione civile promossa dai familiari nei confronti della Società Autostrade e l’iniziativa della compagnia di assicurazione del pullman che offre un risarcimento in base al proprio massimale di sei milioni di euro, una cifra che non è ritenuta congrua dai legali dei familiari delle vittime. Per quanto riguarda il primo filone, a quanto si è appreso, i legali depositeranno la consulenza tecnica della procura di Avellino che, nell’ambito del procedimento penale, ha stabilito la inadeguatezza del guard rail che non resse all’impatto. Il procedimento civile, come avviene assai raramente, viene avviato prima della definizione del processo penale. Nei giorni scorsi la procura ha chiuso le indagini preliminari inviando avvisi a 15 indagati, tra cui i vertici di Autostrade, il proprietario del bus, e due dipendenti della Motorizzazione. Le ipotesi di reato formulate dal pm sono di disastro colposo e omicidio colposo plurimo.