I magistrati Antonio Del Bene e Cecilia Annecchini, della Procura della Repubblica di Avellino (guidata dal procuratore Rosario Cantelmo), che indagano sulla sciagura del bus precipitato esattamente un anno fa (28 luglio 2013) dal viadotto Acqualonga dell’autostrada A16, hanno chiesto al gip del tribunale irpino, Antonio Sicuranza, una proroga di sei mesi per le indagini sul grave disastro autostradale che provocò la morte di 40 persone. A settembre, secondo quanto si è appreso, dovrebbero infatti essere consegnate le consulenze di parte degli indagati (Società Autostrade, Ciro Lametta, ex titolare della MondoTravel, società proprietaria del bus finito nella scarpata, e delle parti civili). Le persone indagate nell’ambito dell’indagine sulla sciagura sono, infatti, Gennaro Lametta, Antonietta Ceriola (dipendente della Motorizzazione Civile di Napoli), questi ultimi due entrambi in carcere a Bellizzi Irpino, e Vittorio Saulino, anche lui dipendente della Motorizzazione Civile di Napoli, che, invece è ai domiciliari. Per loro i pm ipotizzano i reati di disastro e omicidio colposo plurimo e falso in atto pubblico, in quanto sarebbero responsabili, a vario titolo, di avere falsificato i documenti di revisione del bus. Indagati con le stesse accuse anche Michele Renzi e Antonio Sorrentino, entrambi dipendenti di Società Autostrade, e Ciro Lametta, autista del bus e fratello di Gennaro, deceduto nell’incidente. Per omissione di atti d’ufficio sono infine indagati altri tre dipendenti di Società Autostrade: Nicola Spadavecchia, Paolo Berti e Michele Maietta.