AVELLINO – Svolta nella vicenda dell’ Isochimica di Avellino, l’azienda di Elio Graziano che per conto delle Ferrovie dello Stato era addetta alla scoibentazione dei vagoni e carrozze ferroviarie. Il procuratore di Avellino, Rosario Cantelmo, ha disposto il sequestro, in via d’urgenza, dell’intera area.Nel registro degli indagati sono state iscritte 24 persone. Le ultime verifiche hanno accertato lo stato di “ammaloramento” degli oltre 500 cubi di cemento-amianto friabile illecitamente smaltiti dal 1983 al 1988.

Il sequestro è stato eseguito dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato. L’intera area si trova a Borgo Ferrovia, poco distante dal nucleo industriale e vicinissima al centro della città. Gli esami disposti dal procuratore Cantelmo hanno accertato la “generale inidoneità a trattenere le fibre di amianto, la cui dispersione espone a concreto pericolo l’incolumità di un numero indeterminato di persone”. In una nota, la stessa Procura, che ha trasmesso gli atti al Gip del tribunale di Avellino per la convalida del sequestro, fa sapere, che i reati contestati alle persone indagate fanno riferimento al concorso in disastro ambientale doloso e cooperazione colposa in disastro ambientale. Ulteriori indagini sono in corso nei confronti di persone allo stato non identificate per accertare eventuali coinvolgimenti e responsabilità nella mancata atttività di bonifica e emessa in sicurezza dello smaltimento e dell’area. Il magistrato ha anche nominato il sindaco pro-tempore di Avellino custode giudiziario dell’area con l’autorizzazione ad accedere per l’esecuzione degli interventi urgenti di messa in sicurezza, tesi ad impedire l’ulteriore propagazione delle fibre di amianto e il conseguente peggioramento della situazione ambientale. Un altro filone delle indagini, riguarda la morte di dieci ex operai dell’Isochimica per patologie derivanti dalla esposizione ad amianto e alle lesione in danno di altri lavoratori: i reati ipotizzati sono quelli di rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Il provvedimento di Cantelmo, che arriva nelle stesse ore in cui il tribunale di Torino ha confermato e aggravato le pene e i risarcimenti per i proprietari dell’Eternit di Casale Monferrato, è stato accolto con soddisfazione dal comitato costituito dagli ex operai Isochimica e dalle loro famiglie che da anni si battono per accertare responsabilità mai venute alla luce e per ottenere salvaguardie sanitarie.

 

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