Monteforte Irpino. Domenica 16 febbraio, durante un monitoraggio sui rifiuti in località Valle del Conte, le guardie zoofile Enpa di Avellino guidate dal caponucleo Saverio Capriglione hanno rinvenuto una discarica abusiva. Immediatamente si sono attivate tutte le procedure ed è stata segnalata la zona anche al Comune di Monteforte Irpino. La discarica era composta da calcinacci, plastica, gomme, televisori, frigoriferi e rifiuti speciali.
Il problema dei rifiuti è di grandissima attualità ed importanza in quanto correlato a fenomeni di illegalità e ad attività illecite definibili come criminalità ambientale. Con l’entrata in vigore del D.Lgs n. 22/97, emanato in attuazione della Direttiva CEE n.91/156 relativa ai rifiuti, della direttiva n. 91/689, relativa allo smaltimento dei rifiuti pericolosi, ed infine della direttiva n. 94/62, in materia di imballaggi e rifiuti da imballaggio, il legislatore ha voluto introdurre una disciplina organica nel settore della gestione dei rifiuti. Tuttavia occorre precisare che non è stata data in un primo momento una definizione di discarica abusiva. Solo successivamente il Dlgs 36/2003 ha chiarito che “ si è in presenza di una discarica quando si adibisce un’area allo smaltimento di rifiuti (deposito sul suolo o nel suolo), inoltre (novità legislativa) compresa la zona interna al luogo di produzione dei rifiuti adibita allo smaltimento dei medesimi da parte del produttore, nonché qualsiasi area ove i rifiuti sono sottoposti a deposito temporaneo per più di un anno. Ai sensi della medesima norma, sono invece esclusi dalla fattispecie “gli impianti in cui i rifiuti sono scaricati al fine di essere preparati per il successivo trasporto in un impianto di recupero, trattamento o smaltimento, e lo stoccaggio dei rifiuti in attesa di recupero o trattamento per un periodo inferiore a tre anni come norma generale, o lo stoccaggio di rifiuti in attesa di smaltimento per un periodo inferiore ad un anno”. La Corte di Cassazione si è più volte pronunciata in materia, stabilendo che in tema di gestione dei rifiuti si è in presenza del reato di gestione di discarica abusiva “allorché sussiste una organizzazione, anche se rudimentale, di persone e cose diretta al funzionamento della medesima, né assume rilevanza in quest’ultima ipotesi il dato che il quantitativo di rifiuti presenti in loco non risulti di particolare entità” (Cass. Pen., sez. fer., 2 agosto 2007, n. 33252). Ha poi specificato la Corte – censurando la sentenza di merito per l’assenza di motivazione sul punto – che l’individuazione di una discarica abusiva richiede l’accertamento delle seguenti condizioni: • una condotta non occasionale di accumulo di rifiuti; • lo scarico ripetuto; • il degrado dell’area, inteso come alterazione permanente dello stato dei luoghi (si ritiene che tale requisito sia certamente integrato nel caso in cui sia consistente la quantità dei rifiuti depositata abusivamente, cfr. Cass. Pen., sez. III, 12 luglio 2004, n. 36062); • la definitività dell’abbandono dei rifiuti medesimi. Il reato di discarica abusiva è punito dall’art. 256, comma 1, lett. b): • con la pena dell’arresto da tre mesi a un anno o con l’ammenda da 2.600 euro a 26.000 euro se si tratta di rifiuti non pericolosi; • con la pena dell’arresto da sei mesi a due anni e con l’ammenda da 2.600 euro a 26.000 euro se si tratta di rifiuti pericolosi. Ai sensi del comma 3 del citato art. 256, alla sentenza di condanna consegue la confisca dell’area sulla quale è realizzata la discarica abusiva se di proprietà dell’autore o del compartecipe al reato, fatti salvi gli obblighi di bonifica o di ripristino dello stato dei luoghi. Inoltre, potrà essere emessa ordinanza sindacale contingibile e urgente con la quale, ai sensi dell’art. 14 comma 3 D.Lgs. 5 febbraio 1997 n. 22, si intima ai proprietari di aree di procedere immediatamente e a loro spese alla bonifica ambientale delle stesse in quanto utilizzate (con il loro consenso o quanto meno senza loro opposizione) come discarica abusiva di rifiuti. Grazie alle guardie Enpa di Avellino si è riusciti ad intervenire per evitare l’ennesimo disastro ambientale, dovuto a chi senza scrupoli deturpa ed avvelena il nostro pianeta.