In merito alla attuale “vertenza dei lavoratori della MARSec”, il management intende fare luce su una serie di inesattezze riportate da alcuni organi di stampa e contenute in comunicati ufficiali delle rappresentanze sindacali.
“Non si vuole minimizzare o nascondere la serietà e la gravità delle decisioni prese dal CdA della società che ha deliberato l’avvio della procedura di mobilità per 9 risorse lavorative, ma tentare di riportare il discorso sui giusti binari della verità dei fatti. Nessuno può disconoscere che l’intervento del socio privato, con l’aggiudicazione della gara ad evidenza pubblica per la cessione delle quote azionarie, ha evitato la chiusura della MARSec Spa alla fine del 2011. E’ altresì evidente che soltanto l’iniezione di nuova liquidità, parliamo di un intervento che dal dicembre 2011 ad oggi ha raggiunto una cifra pari al triplo di quanto previsto dall’impegno confermato nella gara, ha consentito di poter mantenere in vita l’azienda e provare ad avviare un processo di riorganizzazione/ristrutturazione in contemporanea ad un rilancio della stessa, pur trovandosi in un contesto di enorme difficoltà per il mercato di riferimento. La questione del personale sovra-dimensionato ed in esubero della MARSec S.p.A. non è una novità. Già oltre due anni fa, nei documenti di gara, era stata chiaramente evidenziata la presenza di personale ritenuto non idoneo per la realizzazione delle strategie di rilancio dell’azienda. D’altronde è facilmente intuibile che l’organico di una società pubblica, che non deve competere sul mercato ma sostenersi con il finanziamento continuo dell’Ente proprietario, sia totalmente diverso da una realtà che ogni giorno si deve confrontare con aziende snelle e competitive, che fanno dell’equilibrio dei costi/ricavi la priorità assoluta. Per salvaguardare l’immagine dell’Azienda e dell’imprenditore che l’ha rilevata, vogliamo sottolineare il fatto che una ristrutturazione aziendale, quasi sempre è sinonimo sì di sacrifici, ma anche di ottimizzazione delle risorse e di rilancio sostenibile dell’impresa. La ristrutturazione in atto viene, invece, etichettata come il segno del tracollo dell’azienda. Sicuramente è il tracollo della visione assistenzialista dell’impresa pubblica, che in passato ha accumulato debiti su debiti per far fronte allo spropositato costo del personale che aveva raggiunto livelli insostenibili fino all’ingresso del socio privato. I numeri di bilancio e del conto economico sono pubblici e parlano chiaro, quindi per gli amministratori e per il collegio sindacale, prima che dei soci, è dovere ed imposizione delle leggi vigenti comportarsi con l’obiettivo primario di salvare l’integrità aziendale. Si è citato, sempre nei recenti articoli sul tema, di occupazione di infrastrutture pubbliche da parte dell’azienda partner, di proprietà del socio privato del MARSec. La GeosLab S.r.l. – proprietaria del 49% delle quote della partecipata – si è trasferita, nel mese di settembre dello scorso anno, nei locali del MARSec in contrada Piano Cappelle, asciando un modernissimo insediamento industriale in Provincia di Avellino, di sua proprietà. Oggi paga l’affitto al MARSec e condivide parte della sede con i colleghi del Centro Satellitare sannita. Questo trasferimento, pur costando sacrifici facilmente intuibili al personale irpino, è stato ritenuto strategico per porre le basi di una sinergia continua con il MARSec, che avendo l’infrastruttura di ricezione satellitare a Benevento, difficilmente poteva trasferire il suo personale specializzato altrove. Anche questa decisione è stata presa in piena coerenza con il Piano industriale presentato dal socio privato in sede di gara ed in linea con le indicazioni contenute nei patti Parasociali siglati con il socio Provincia di Benevento. I primi due anni del nuovo corso sono stati difficilissimi, sia per la contingente crisi economica generale, sia per la contrazione della spesa delle Pubbliche Amministrazioni (principali clienti del MARSec) conseguente le varie azioni di Spending Review messe in atto dal governo centrale. Questo scenario, che era già critico nel primo anno dall’ingresso del nuovo corso ed è andato via via peggiorando, non si poteva prevedere nell’ampiezza della sua gravità quando il socio privato ha presentato l’offerta per l’acquisto del 49% delle quote del MARSec, e certamente attestano la buona fede e la credibilità dell’imprenditore i circa due milioni di Euro investiti in azienda nel corso dei due anni passati e la volontà di proseguire nella convinzione di un traguardo ancora possibile da raggiungere, confermata dall’accordo per l’acquisto dell’intero pacchetto azionario presentata al socio pubblico alla fine del 2013. Si è parlato di denaro pubblico sperperato, altra accusa assurda rivolta in questa convulsa sequenza di comunicati stampa. Nel corso dei passati 2 anni la gestione privata ha avviato il risanamento dei conti dell’azienda, riducendo sensibilmente i costi aziendali per non parlare dei debiti con le banche e di quelli tributari. Questo è avvenuto a fronte del mantenimento di un livello retributivo ancora di molto superiore alla media dei colleghi impiegati in altre aziende del settore. Su questo punto, va fatto – inoltre – rilevare che, pur tra mille difficoltà, la nuova gestione ha sostanzialmente migliorato, rispetto alla gestione pubblica, il flusso regolare di pagamento delle retribuzioni dei dipendenti e ha praticamente completato il piano di rientro delle spettanze arretrate, risalenti in massima parte al periodo antecedente l’ingresso del nuovo socio. Infine, per quanto riguarda la visione dell’azienda, le strategie commerciali, gestite personalmente dal nuovo socio nonché CEO, hanno portato il Marsec ad inserirsi in una diversificata rete di aziende (GeoNetCom, con sedi a Ginevra, Lugano, Milano, Torino, Pisa, Tirana e Tunisi), per affacciarsi a livello nazionale ed internazionale acquisendo, a costo zero, una visibilità mai neanche minimamente immaginabile se paragonata alla sparuta e misconosciuta attività svolta in passato soltanto nei confini del territorio beneventano o, al limite, della Regione Campania. Invece si critica apertamente quanto di fatto ottenuto e si mettono in discussione tali strategie da parte di improvvisati esperti, “pseudo” conoscitori del mercato dei servizi in cui il MARSec opera. Tutti i dipendenti dell’azienda conoscono la direzione in cui il CEO sta seminando giorno dopo giorno, ora dopo ora, in Italia ed all’Estero, nella speranza di raccogliere quanto prima i frutti di quell’investimento in cui sembra credere, oramai, soltanto lui…