“Avvocato Zara ci siamo incontrati e posso portare i testimoni”. Sono le parole pronunciate dall’ex primula rossa del clan dei casalesi Michele Zagaria nel corso di un processo presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere che vede l’ex primo cittadino nei panni di avvocato di imprenditori vittime della camorra. Zagaria si è poi rifiutato di indicare maggiori dettagli sulle sue parole dicendo che chiarità tutto quando Zara lo querelerà. Ricordiamo che Giovanni Zara è stato sindaco di Casapesenna fino al 2008 quando la sua maggioranza si dimise in massa. Per quella vicenda è in corso un altro processo che vede imputato l’ex primo cittadino Fortunato Zagaria che per l’accusa ha minacciato Zara affinché non compiesse assi contrari al clan Zagaria. Il verbale dell’udienza odierna è stato trasmesso alla Procura di Napoli per verificare se ci siano gli estremi delle minacce. il Comitato don Diana ed il coordinamento provinciale casertano dell’associazione Libera hanno diffuso una nota per esprimere solidarietà all’avvocato dell’associazione Antiracket: “La delegittimazione è un’arma pesante che nei territori violentati dalla camorra non è nuova. L’abbiamo conosciuta già nel 1994 dopo l’omicidio di don Giuseppe Diana. L’obiettivo della camorra che è stata privata, grazie alle operazioni delle forze dell’ordine, dell’ala militare è evidentemente tentare di imporsi nuovamente minando la credibilità della società sana e di quei cittadini che hanno dimostrato da che parte stanno. L’avvocato Zara si è costituito parte civile in significativi processi di camorra e mai l’avrebbe potuto fare se il suo cammino professionale e personale avesse avuto una qualche ombra. Le affermazioni del camorrista Michele Zagaria, rese stamattina in udienza, mirano chiaramente a delegittimare la sua figura ma quelle stesse affermazioni incontrano un muro alto pronto a respingere ogni tipo di dubbio”. La posizione del Comitato e di Libera è netta: “Zara ha denunciato e fatto denunciare fatti che sono contrari agli interessi del clan dei Casalesi e non si può consentire che un camorrista tenti di dire o insinuare il contrario. La camorra è in evidente stato di debolezza, serriamo i ranghi e continuiamo a lottare per il nostro riscatto”.

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