Due anni di colonia agricola che si vanno ad aggiungere agli anni di carcere. Questa la misura di sicurezza che il tribunale di sorveglianza di Torino ha inflitto a un boss dei Casalesi, Nicola Zara, 65 anni, comparso nella giurisdizione dei magistrati piemontesi nella veste di detenuto in regime di 41 bis nel penitenziario di Novara. La decisione dei giudici, che lo hanno dichiarato “delinquente abituale”, è stata confermata dalla Cassazione. Zara era stato arrestato nel 2006. Il suo legale ha fatto presente che è affetto da disturbi psichiatrici fin dal 1989 e che da allora, anche per via del “decennio di forzato isolamento nel ‘carcere duro'”, le sue condizioni si sono aggravate. La Cassazione, però, ha preso atto delle considerazioni del tribunale: nonostante i disturbi, Zara ha “riportato una serie di condanne per numerosi e gravi reati senza mai incorrere nell’assoluzione per vizio di mente”, che una perizia lo ha definito “lucido e orientato” e che l’amministrazione penitenziaria non lo ha mai sottratto al 41 bis. La misura di sicurezza della colonia agricola era stata inflitta a Zara dopo una serie di valutazioni che riguardavano anche la sua “propensione al delitto”. La sentenza degli Ermellini cita fra l’altro le “allarmanti informazioni dei carabinieri di Casal di Principe, che avevano evidenziato il ruolo verticistico rivestito dal predetto all’interno del clan dei Casalesi”.

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