La Procura della Repubblica di S. Maria Capua Vetere ha disposto in data odierna l’esecuzione di una ordinanza del G.I.P. sede applicativa della misura cautelare della custodia in carcere e degli arresti domiciliari nei confronti di vari soggetti responsabili a vario titolo dei reati di associazione a delinquere (art. 416 c.p.), truffa (art. 640 c.p.) e falsità in scrittura privata.

Le indagini, condotte dalla Compagnia dei Carabinieri di Sessa Aurunca, su delega e coordinate dalla speciale Sezione reati economici, societari e finanziari di questa Procura della Repubblica, hanno consentito di far luce su di un articolato e ben organizzato sodalizio criminale, con centro decisionale ed operativo nella città di Caserta ed attivo, oltre che nella intera provincia di Terra di lavoro, nella provincia di Napoli ed in alcune zone delle limitrofe regioni Lazio e Puglia, dedito alla contraffazione e commercializzazione su larga scala di polizze assicurative per responsabilità civile automobilistica di tipo temporanea, cosiddette “cinque giorni”, riferibili a primarie compagnie del settore.

Attraverso una mirata attività di intercettazione di conversazioni telefoniche –i cui esiti, adeguatamente riscontrati con operazioni sul territorio, si sono rivelati decisivi per la ricostruzione dei fatti- si è accertato il peculiare modus operandi della organizzazione, esattamente ricalcato su di una lecita attività di brokeraggio assicurativo e capace di creare, nella gestione delle attività criminose, una situazione di perfetta apparente legalità, tale da indurre in inganno sia gli operatori del settore, che nel corso del tempo sono entrati in contatto con essa instaurando rapporti di collaborazione commerciale, sia di sovente le stesse forze di polizia chiamate ad operare controlli sulla genuinità delle polizze.

Si è accertato, in particolare, che successivamente alla materiale contraffazione delle polizze, operata direttamente dalla organizzazione, essa ne curava la immissione sul mercato attraverso propri membri che si presentavano agli operatori economici, principalmente titolari di auto rivendite interessati alla commercializzazione al minuto delle stesse, quali agenti di una società di brokeraggio di primario livello nazionale, Broker Italia, in realtà inesistente, proponendo la instaurazione di una collaborazione commerciale.

Acquisita la disponibilità dei rivenditori, ai quali veniva fatto sottoscrivere un vero e proprio contratto di subagenzia con Broker Italia, agli stessi venivano ceduti i modelli cartacei delle polizze in bianco contraffate, da compilarsi poi, all’atto della stipula del contratto con il cliente finale, meccanicamente mediante collegamento telematico a siti internet, apparentemente riferibili alla compagnia assicurativa formale titolare della polizza, ma in realtà creati e gestiti, con l’ausilio di tecnici specializzati, dalla stessa organizzazione. Sulle polizze emesse veniva infine riportato un numero verde, collegato ad un call center attraverso il quale un componente della organizzazione, presentandosi quale “Valeria di Broker Italia”, forniva ampie rassicurazioni a quanti, privati cittadini assicurati o appartenenti a forze dell’ordine impegnati in controlli sul territorio, nutrissero dubbi sulla genuinità delle polizze o chiedessero semplicemente spiegazioni sulla operatività della copertura assicurativa.

Si stima, con approssimazione per difetto, che nel solo arco temporale monitorato, di poco superiore ai quattro mesi, con le modalità prima descritte la associazione abbia immesso sul mercato oltre 20.000 polizze contraffatte, riferibili principalmente alle compagnie Direct Line, Ina Assitalia, Generali Assicurazioni, Sara Assicurazioni, Milano Assicurazioni, Fondiaria Sai, Unipol ed UGF, conseguendo profitti, nel solo periodo considerato, superiori ad 800.000,00 euro. Significativa del volume di affari concretamente realizzato dalla associazione e della redditività delle attività è, oltre il dato numerico di cui sopra, la circostanza che nel periodo di indagine i vertici della associazione siano stati destinatari vere e proprie richieste estorsive da parte di altro gruppo criminale, legato alla criminalità organizzata dell’agro aversano, formalizzate dapprima attraverso la richiesta di versamento di una somma periodica pari a 5.000,00 euro mensili e poi attraverso la richiesta di cessione del Know how del meccanismo truffaldino. Nel corso delle indagini , all’esito delle attività di riscontro alle conversazioni telefoniche captate, sono state rinvenuti e sottoposti a sequestro oltre 3.500 polizze contraffatte e, all’interno dei locali utilizzati dalla associazione come stamperia, materiali e macchinari necessari alla stampa delle polizze contraffatte.

 

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